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Petrolio, il commissario Ue prevede una stabilizzazione poco sopra quota 100 dollari

dall'inviato Piero Fornara

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5 settembre 2008

CERNOBBIO - Il prezzo del barile si stabilizzerà a quota 100-110 dollari il barile: lo ha detto il commissario Ue all'Energia Andris Piebalgs, a margine della prima giornata del workshop Ambrosetti a Villa d'Este di Cernobbio dedicata allo scenario globale. Sulla base delle condizioni della domanda e dell'offerta il prezzo di orientamento dovrebbe essere attorno a 70 dollari, ma «quella soglia sarà difficilmente raggiunta» ha precisatoo Piebalgs al "Sole 24 Ore Radiocor".

Secondo il commissario europeo all'Energia il peggioramento della congiuntura in Europa «non cambierà sostanzialmente le condizioni della domanda: il mercato continua a essere tirato e continuerà a essere influenzato dalla forte domanda globale» trainata dalle economie emergenti. La stabilizzazione dei prezzi del greggio a 100-110 dollari avrà un effetto positivo sull'inflazione, ma il fatto che sul piano globale resti forte la domanda di lungo periodo nelle economie asiatiche e che all'Opec si sia riaperta la "guerra" tra falchi e colombe sui livelli di produzione rende le prospettive dei prezzi piuttosto incerte.
L'Unione europea è sempre alle prese con il problema Russia: il peggioramento delle relazioni diplomatiche a causa dell'intervento militare russo in Georgia ha reso il dialogo energetico più difficile anche se sia Bruxelles che Mosca continuano a ripetere che si tratta di dossier separati. Sta di fatto che il commissario Piebalgs ha ribadito l'importanza politica ed economica di assicurare «la diversificazione delle fonti energetiche e delle vie di rifornimento».

A Cernobbio Piebalgs ha spiegato a imprenditori, banchieri e politici i termini della strategia europea del "venti per tre": 20% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, 20% di energia rinnovabile nei consumi finali, 20% di guadagno di efficienza energetica. Tutto entro il 2020. Se questa strategia sarà attuata, indica Piebalgs, «dal 2015 le importazioni nette di petrolio della Ue potranno calare da 630 Mtoe (milioni di tonnellate di petrolio equivalenti) a 620 Mtoe nel 2030». Se la Ue rinunciasse a perseguire quei target, secondo i calcoli della Commissione europea, le importazioni nette di petrolio ammonterebbero a oltre 700 Mtoe nel 2020.
«Naturalmente sulle quotazioni del petrolio pesa la domanda cinese» ha commentato l'andamento delle quotazioni del greggio al workshop Ambrosetti Peter Sutherland, presidente (non esecutivo) della British Petroleum e di Goldman Sachs International, nonché ex direttore generale della Wto ed ex commissario Ue per la concorrenza. Sulla situazione economica mondiale pesa «la speculazione», ha aggiunto Sutherland, ma soprattutto «il rallentamento della domanda», causato dalle condizioni dell'economia, in specie quella dei Paesi a maggiore crescita. Alla domanda se la speculazione riguardasse appunto il prezzo del greggio il presidente del gruppo petrolifero britannico ha replicato con un «no comment». Analoga risposta il manager l'ha fornita alla domanda sul perché, nonostante il recente calo delle quotazioni, i prezzi dei carburanti siano rimasti ancora elevati.

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