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Contratti: Marcegaglia, intesa entro settembre. Epifani, nessun ultimatum

dagli inviati Nicoletta Picchio e Piero Fornara

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7 settembre 2008
Guglielmo Epifani a Cernobbio (Ap)

CERNOBBIO – «Un accordo è una necessità. Nessun ultimatum, ma un'intesa entro fine settembre deve essere raggiunta». Così Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, nel corso dell'incontro a porte chiuse svoltosi a Cernobbio in occasione del Workshop Ambrosetti ha replicato al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani che, in mattinata aveva respinto qualsiasi ultimatum nella trattativa sulla riforma della contrattazione. Emma Marcegaglia ha inoltre ribadito che la contrattazione decentrata fornisce molto più salario al lavoratore di quanto ne dia la contrattazione nazionale, sottolineando che bisogna passare dalla cultura del conflitto a quella della condivisione.

Trattativa in salita sul nuovo sistema contrattuale

La trattativa, dunque, resta in salita, nonostante le due ore di faccia a faccia, di prima mattina a Cernobbio, tra Epifani ed Emma Marcegaglia, nei giardini di Villa d'Este.

La Cgil continuerà il dialogo, aveva detto Epifani dopo il colloquio, mettendo però le mani avanti: «Non intendiamo firmare un accordo a prescindere, firmeremo soltanto se ci saranno le condizioni che rispondono alle richieste del sindacato. E' in opportuno porre ultimatum. Ci sono punti su cui non c'è una posizione condivisa, bisogna continuare a discutere». Una risposta al presidente di Confindustria, che sabato sia dalle pagine del Corriere della Sera, sia in una conferenza stampa a Cernobbio, aveva lanciato un appello alla Cgil: «Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Non arrivare a un accordo vorrebbe dire perdere un'occasione importante». Ma la risposta del segretario generale della Cgil è stata netta: solo se ci sono le condizioni.

La scadenza del 30 settembre

C'è però una scadenza fissata dalle parti e che Confindustria, Cisl e Uil vogliono rispettare: il 30 settembre. Una data che la Cgil, pur non dicendolo esplicitamente, non vorrebbe considerare tassativa. C'è una trattativa in corso su questioni importanti, va fatta seriamente rispettando le opinioni di tutti, ha sottolineato Epifani. Finora la discussione si è limitata al primo aspetto: l'indice di inflazione su cui agganciare i rinnovi del contratto nazionale, con la Cgil, che punta ad un recupero totale del potere d'acquisto, non disponibile a depurare il tasso dall'inflazione importata, come chiedono le imprese, che puntano invece sul livello aziendale per collegare gli aumenti alla produttività. I salari devono dipendere da tre condizioni: tenuta dell'inflazione, qualità della prestazione, produttività. «Se si rispetta solo una di queste condizioni si creano problemi», ha insistito Epifani.


Scajola annuncia interventi per rilanciare la crescita
Per il segretario Cgil la partita sui contratti si incrocia anche con la politica economica del Governo. Una risposta è arrivata proprio a Cernobbio, dal ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, presente a una tavola rotonda del workshop Ambrosetti sulla competitività insieme a Epifani e alla Marcegaglia. «Ci saranno interventi per la crescita, sia per rilanciare il potere d'acquisto e la domanda interna. E appena le parti troveranno l'accordo, sarà confermata la detassazione degli straordinari e dei premi di produttività». Ma da Scajola è arrivato anche un avvertimento, implicitamente diretto alla Cgil: «Il Governo non auspica accordi separati, ma anche in questa materia il Paese non può permettersi di rimanere fermo.Tutti dovranno assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, senza diritti di veto».

Per la confederazione di Epifani la detassazione su straordinari e premi non basta. Si chiedono interventi fiscali sui salari, oltre che una politica industriale e interventi sulle pensioni. Con un'inflazione al 4% i lavoratori pagheranno più tasse dallo 0,3% allo 0,5%. Servono scelte di politica fiscale redistributive. Venerdì 12 settembre è previsto un nuovo incontro tra le parti e sul tavolo ci sarà la proposta che Confindustria discuterà mercoledì prossimo nel Comitato di presidenza. Si capirà, quindi, se il negoziato potrà decollare oppure no. Nessuno vuole intese separate, né in Cisl e Uil, né in Confindustria, come ha puntualizzato chiaramente sabato la Marcegaglia. Aggiungendo però, che, «le imprese non si faranno fermare da veti».

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