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Ecco perchè i prezzi di benzina e gasolio non scendono come quello del greggio

di Giuseppe Chiellino

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4 settembre 2008

Perchè le compagnie di distribuzione italiane si adeguano lentamente alla discesa dei prezzi del greggio?

«Incidono diversi fattori: innanzitutto cercano di compensare i margini ridotti che hanno avuto nei tre-quattro anni precedenti - spiega Davide Tabarelli, di Nomisma Energia -. Per un lungo periodo di tempo, infatti, i guadagni lordi delle società che fanno distribuzione sono rimasti piatti. Ho il sospetto, però, che in questa fase il sistema stia anche cercando di coprire i costi aggiuntivi che derivano dalla Robin Tax. Non ho elementi certi anche perchè non c'è una contabilità così raffinata, ma è sicuramente uno dei costi aggiuntivi a cui le società devono fare fronte». Se fosse accertata una eventualità del genere, tuttavia, le autorità di vigilanza sul mercato hanno strumenti per intervenire.

Tabarelli ci tiene comunque a distinguere le compagnie petrolifere che operano nella produzione di petrolio, «le quali continuano a realizzare profitti scandalosi, ingiustificabili anche sul piano etico assolutamente non confrontabili» dalle società di distribuzione. «Abbiamo fatto un'analisi sul lungo periodo - spiega - e non sono emersi margini stratosferici per le attività di distribuzione. Nel 2008 - conferma - però l'aumento c'è stato. In Italia - aggiunge - continuiamo a pagare la benzina 2-3 centesimi in più rispetto al prezzo ottimale perchè non è stata realizzata una vera liberalizzazione della rete distributiva, tentata più volte da ministri e governi diversi, ma sempre naufragata di fronte alla fortissima sindacalizzazione del settore». Una realtà, quella della rete di distribuzione dei carburanti, che Tabarelli non esita a paragonare - da questo punto di vista - all'Alitalia. «Nessun ministro, purtroppo, è in grado di scontrarsi con questo sindacato, con la minaccia di paralizzare il paese con tre giorni di sciopero. Si difende l'occupazione ma i costi sono a carico di tutto il sistema Paese».

Gli interventi necessari per avvicinarsi alla media europea

«Sicuramente è utile che i consumatori esercitino pressioni sulle società di distribuzione e sulle compagnie. Ma non può bastare». Gli interventi indispensabili per Tabarelli sono:

1) Liberalizzazione totale degli orari: è inaccettabile che alle 2 del pomeriggio i distributori siano chiusi;

2) dare la possibilità ai distributori di vendere di tutto, per scaricare la redditività su altri prodotti diversi dai carburanti;

3) chiudere 4mila distributori fuori norma, inefficienti, con costi che pesano sull'intera rete. Abbiamo 22mila stazioni di servizio, un quinto di tutta la rete europea, con l'erogato medio più basso della Ue».

4) Consentire la vendita di carburanti nella grande distribuzione e nei centri commerciali: l'esperienza francese dimostra che il prezzo finale si riduce sensibilmente perchè il venditore accetta di azzerare i margini sulla benzina perchè sa di avere margini più alti sugli altri beni.

Ma si tratta di interventi annunciati più volte ma che nessun governo è riuscito ad realizzare fino in fondo. «E' scandaloso - conclude Davide Tabarelli - che siamo ancora qui a discuterne».

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