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Statali, nel 2008 aumenti retributivi del 6%

di Davide Colombo

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3 SETTEMBRE 2008

Un accordo ponte che chiuda il prima possibile il negoziato per il rinnovo del contratto scaduto nove mesi fa. L'azzeramento, per un solo anno, dei finanziamenti a sostegno della retribuzione accessoria del personale dei ministeri e dei principali enti pubblici non economici con la garanzia che l'80% di quelle risorse torneranno, a partire dal 2010, nei fondi per la contrattazione integrativa «riformata», quella che dovrà premiare la produttività. E in più la conferma che già nel 2009, anno di transizione per il piano di rilancio della Pubblica amministrazione, verranno assicurate le risorse per gli accordi di secondo livello e le assunzioni promesse per Polizia e Vigili del fuoco.

Al Dipartimento per la Funzione pubblica le ferie sono davvero finite. E sul tavolo del ministro Renato Brunetta arrivano uno dopo l'altro i dossier aggiornati con le analisi di tutte le politiche attivate nei primi tre mesi di Governo. La partita più importante, va da sé, è quella sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Con i sindacati il ministro giocherà a carte scoperte: varata la Finanziaria 2009, che nella sua versione "tabellare" certificherà la risorse per il rinnovo del biennio 2008-2009 (si tratta di 2,8 miliardi cui vanno aggiunti i 200 milioni per la contrattazione decentrata stanziati con la manovra d'estate), l'Aran potrà aprire la trattativa. Ci sono ancora da sistemare le vertenze per il 2006-2007 del personale della Presidenza del Consiglio, della Ricerca e di quasi tutta la dirigenza (il contratto per l'Università è stato siglato il 1° agosto), ultime tranche di un negoziato condotto fuori tempo massimo e che, secondo i tecnici del ministero, dovrebbe portare a una crescita complessiva degli stipendi nel 2008 del 3,6% (più un 3,3% di arretrati). Ma il tavolo decisivo è quello sul biennio in corso, quello con cui Brunetta vuole chiudere con il passato per traghettare il pubblico impiego, senza più arretrati da pagare, al nuovo modello contrattuale cui si sta lavorando per il settore privato.

L'offerta, almeno sulla carta, sembra difficile da respingere. Superate le polemiche di inizio estate sull'inflazione programmata indicata nel Dpef, il decreto fiscale ha confermato l'aumento delle «retribuzioni tabellari» dell'1,7% per il 2008 e dell'1,5% nel 2009. Se si farà l'accordo entro l'anno, l'aumento dal 1° gennaio 2009 è dunque del 3,2%, cui andrà aggiunto l'arretrato 2008 dell'1,7 per cento. In cifre, il contratto nazionale distribuirà in media 1.870 euro annui lordi nel 2008 e 1.400 nel 2009 (si veda la tabella). Ma secondo i tecnici del Dipartimento, sempre nel 2008 l'incremento salariale arriva al 6% (per poi scendere al 2,2% nel 2009) se si aggiungono gli arretrati per il biennio 2006-2007 e la contrattazione integrativa.

Siglata l'intesa, con l'allungamento a tre anni del nuovo contratto (ipotesi già prevista dai sindacati nell'accordo del maggio 2007) si aprirà la «fase due» annunciata da Brunetta, quella del premio al merito e alla produttività. Gradualmente la retribuzione «di fatto» degli statali sarà il più possibile collegata alle prestazioni e, come si legge nel decreto fiscale, «allo svolgimento di attività di rilevanza istituzionale che richiedono particolare responsabilità». La base di partenza di quest'anno vale un 2% circa dello stipendio finale al netto degli arretrati (la stima è di un lordo medio di 538 euro l'anno).

Entro il 2010 l'obiettivo è di aumentare questa componente legata al risultato avvicinandola alle medie del settore privato, dove la retribuzione di fatto è circa del 15% superiore a quella «tabellare» ma solo il 5% di questo margine è legato alla produttività. Le risorse per finanziare la contrattazione decentrata verranno dal nuovo Fondo che parte da una dotazione iniziale di 200 milioni e che sarà poi alimentato con le risorse liberate dal piano di efficienza della Pa (dai tagli alle consulenze agli incarichi ai dipendenti). E i criteri per la valutazione della produttività degli uffici verranno indicati con le norme secondarie emanate dopo l'approvazione del Ddl delega (sette articoli con la previsione di quattro decreti legislativi).

L'approvazione di questo testo, incardinato al Senato, è attesa entro l'autunno. Sarà una delle commissioni tecniche attivate al ministero a comporre gli indicatori di valutazione che poi verranno affidati ai dirigenti e c'è anche l'idea di pubblicare sui siti web delle amministrazioni gli obiettivi di efficienza e i premi pagati. Nella Finanziaria 2009, infine, verrà fissata la periodicità delle verifiche sui risparmi ottenuti con il piano di razionalizzazione della Pa: secondo le prime bozze in circolazione, Brunetta e Tremonti potranno fissare ogni sei mesi l'ammontare del «dividendo di efficienza» da restituire ai travet più bravi. I fannulloni sono avvertiti.

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