«C'è bisogno di azioni urgenti. La reazione contro la crisi deve essere risolutiva. E deve essere globale». Muove da questa convinzione l'appello di 18 economisti internazionali ai leader del G-7 e del G-8 perché «a partire dai vertici del prossimo fine settimana si accordino e mettano in campo azioni rapide e coordinate». «Siamo alle prese - si legge sul sito voxEU.org - con quella che è quasi certamente la più grave crisi economica e finanziaria della nostra vita. Non è più una crisi degli Stati Uniti, e nemmeno una crisi che coinvolge gli Stati Uniti e l'Europa. È una crisi globale. Che si è allargata dal settore finanziario all'economia reale. Questa crisi finanziaria può trasformarsi in una crisi di occupazione, in una crisi delle pensioni e in molto altro».
Barry Eichengreen e Richard Baldwin hanno curato e messo assieme - nel volume Rescuing our jobs and savings: what G7/8 leaders can do to solve the global credit crisis - tredici contributi di economisti su quello che i leader politici dovrebbero fare subito per contrastare la crisi. «Non si tratta di una raccolta omogenea: gli autori vengono da diversi continenti e da differenti scuole di pensiero, ma - spiegano i curatori del volume - evidenziano una significativa convergenza su alcuni punti: per stabilizzare il sistema finanziario serve una ricapitalizzazione delle banche coordinata; è necessario un intervento comune a garanzia dei depositi e dei prestiti; c'è bisogno di stimoli macroeconomici condivisi». I contributi sono firmati da Alberto Alesina, Michael Burda, Charles Calomiris, Roger Craine, Stijn Claessens, J. Bradford DeLong, Douglas Diamond, Barry Eichengreen, Daniel Gros, Luigi Guiso, Anil K. Kashyap, Marco Pagano, Avinash Persaud, Richard Portes, Raghuram G. Rajan, Guido Tabellini, Charles Wyplosz e Klaus Zimmermann.
Il testo completo dei tredici contributi