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In crisi il polo ligure dell'automotive

di Domenico Ravenna

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9 ottobre 2008

All'Ap, Automotive products, leader europeo nella fornitura di freni a tamburo, si ragionava, fino a qualche anno fa, su piani di espansione di respiro pluriennale. Con interventi messi in cantiere sulla scia di una crescita quasi arrembante: ampliamento della fabbrica di Cairo Montenotte; incremento della produzione nell'ordine del 50%; aumento dell'organico con un centinaio di addetti. Nato sulle ceneri dello stabilimento Fiat di Vado Ligure, chiuso nel 1984, il polo savonese di componentistica per auto aveva felicemente raggiunto la fase di start up, alimentata dalle prime commesse provenienti dal Lingotto, e si era ben posizionato per incrociare le rotte più ampie del mercato di riferimento.

Ora i venti di crisi dell'industria dell'auto piegano le vele della subfornitura ligure. Stasera i dirigenti dell'Ap, controllata dalla tedesca Continental, e i sindacati sottoscriveranno un accordo che prevede il ricorso alla cassa integrazione per tutti i 488 dipendenti dello stabilimento di Cairo Montenotte. «Si tratta di un provvedimento che interesserà, a rotazione, l'organico complessivo fino alla fine dell'anno», anticipa Andrea Pasa, segretario provinciale della Fiom savonese che, insieme ai colleghi della Fim e della Uilm, ha già definito un pre-accordo con l'azienda.
«Purtroppo - spiega Pasa - la situazione si è improvvisamente aggravata. In un primo tempo, il ricorso alla cassa doveva interessare circa un terzo del personale. Poi, la crisi che ha investito, in particolare, gli stabilimenti europei di Opel ha avuto ricadute dirompenti. Fino a coinvolgere la totalità degli addetti».

I sindacati sperano che l'avversa congiuntura del settore non degeneri in una crisi di tipo strutturale che rappresenterebbe una seria ipoteca sul mantenimento dei livelli occupazionali del polo savonese. «Il prossimo problema da risolvere – sottolinea Pasa – può venire dagli esuberi nello stabilimento di Savona della Bitron dove lavorano circa 300 addetti. Si tratta di un'azienda che, per fortuna, può puntare su una produzione diversificata che va dalla componentistica per il settore automotive, a quella per le moto e per l'industria degli elettrodomestici».
«In prospettiva – spiega Luciano Pasquale, direttore dell'Unione industriali di Savona – preoccupa, al di là dei problemi contingenti delle nostre aziende di subfornitura, la fase di recessione che l'attuale crisi finanziaria minaccia di lasciare in eredità al settore manifatturiero. La componentistica per l'auto, nell'ambito del nostro comprensorio, completa un distretto dei mezzi di trasporto che annovera aziende, come la Piaggio Aero di Finale e la Bombardier di Vado, che sono impegnate attualmente in importanti programmi di sviluppo delle loro attività».
Distretto che, qualche anno fa, ha visto migrare nell'Est europeo uno dei suoi pilastri. La Rolam, alzacristalli elettrici, che i canadesi della multinazionale Magna, proprietaria dello stabilimento di Altare, hanno delocalizzato in Polonia e nella Repubblica ceca lasciando a casa i 140 addetti che erano sopravvissuti a un già drastico taglio di personale.

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