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Auto in crisi, Renault e Nissan
annunciano tagli alla produzione

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17 novembre 2008

Ancora segnali poco incoraggianti dal settore dell'auto. Renault ha deciso, nell'ultimo trimestre dell'anno, di tagliare di un quarto la produzione automobilistica dei propri stabilimenti per far fronte al calo della domanda. Lo ha annunciato il direttore generale del gruppo Patrick Pelata in un'intervista a Le Parisien. «Stiamo riducendo la produzione in tutte le fabbriche sparse per il mondo. Taglieremo di circa il 25% rispetto all'ultimo trimestre del 2007». Venerdì scorso la casa automobilistica francese aveva annunciato l'interruzione temporanea della produzione in cinque stabilimenti in Francia e in Europa. «Nel 2009 - ha indicato ancora Pelata - il mercato europeo subirà un drastico ridimensionamento di circa il 20% e anche nei paesi emergenti si assisterà ad una frenata della crescita».

Nissan, nuovi tagli alla produzione
E non va meglio alla controllata Nissan. Per la seconda volta in due settimane il terzo produttore di auto giapponese, ha annunciato che, da qui al prossimo marzo, taglierà la produzione interna di circa 72.000 veicoli. Nel secondo trimestre dell'anno fiscale in corso Nissan ha registrato ricavi in calo del 39% a 73,5 miliardi di yen. Anche le previsioni di ricavi per fine anno sono state ridotte del 67% rispetto all'anno scorso. La società ha inoltre annunciato che a dicembre taglierà la manodopera di circa 1.000 unità.

Toyota, taglio del rating in vista
L'agenzia Fitch potrebbe abbassare il rating su Toyota Motor Corp. La prima casa automobilistica al mondo, che al momento ha il punteggio migliore (AAA) per la prima volta da 10 anni, viste le «difficoltà senza precedenti» del settore auto potrebbe vedesi tagliare il giudizio. Toyota è stata messa «sotto osservazione negativa» da Fitch, che nelle prossime settimane effettuerà un riesame, ha comunicato la società oggi in una nota. Anche l'outlook per Honda Motor Co. è stato abbassato a «stabile» da «positivo».

Governi divisi sugli aiuti al settore
Il comparto auto, sempre più minacciato dalla crisi, si conferma il sorvegliato speciale dei governi. Ma sulle ipotesi di un intervento a sostegno del comparto le divisioni si fanno sentire. Soprattutto nel Vecchio Continente. Il ministro francese dell'Economia Christine Lagarde ha chiamato in causa la Banca europea di investimenti. «Credo che siamo in un momento di transizione verso una nuova generazione di auto, una nuova generazione nel campo dei trasporti. Per questo è legittimo che lo Stato apporti il suo sostegno», ha detto parlando intervistata da una radio francese. Interventi che però dovrebbero avvenire, secondo il ministro, prima di tutto a livello europeo, con il coinvolgimento della Banca europea degli investimenti e solo successivamente a quello nazionale. Di tutt'altro avviso il collega tedesco Peer Steinbrueck. In vista dell'incontro tra il governo ed i vertici della Opel (gruppo Gm), fissato per oggi, il ministro delle finanze ha spiegato al tabloid Bild che «un programma economico di emergenza per l'intero settore automobilistico non ha senso». Da parte sua, il ministro dell'Economia, Michael Glos, ha detto che un eventuale salvataggio della Opel sarebbe «una eccezione». La settimana scorsa, la Opel ha chiesto aiuti finanziari al governo e alle regioni tedesche alla luce di un «peggioramento della situazione finanziaria» della casa madre.

Obama: «Nessun assegno in bianco per l'industria dell'auto»
Ma è forse l'industria americana finora la più colpita dalla crisi. Nella sua prima intervista tv dal giorno della sua elezione, Barack Obama è tornato a parlarne. «Un fallimento dell'industria automobilistica (che il neo presidente aveva definito «la spina dorsale del settore manifatturiero Usa») sarebbe una catastrofe» ha detto Obama. «Ma - ha avvertito - non ci sarà nessun assegno in bianco per il settore». Un eventuale aiuto dovrà essere sottoposto all'approvazione di un piano a lungo termine che riguardi i dipendenti, i dirigenti, i fornitori e le banche. «Occorre un prestito che porti da qualche parte e non da nessuna parte» ha sottolineto Obama che ha parlato anche di Gm. «L'anno prossimo il rubinetto (del credito) per l'azienda potrebbe essere totalmente chiuso. Ma la sola «amministrazione controllata non permetterebbe a Gm di ripartire» ha risposto a chi gli aveva ricordato come la ricetta "Chapter 11" aveva aiutato le compagnie aeree americane a superare la crisi post 11 settembre. «Occorre comprendere che stiamo attraversando una situazione eccezionale» ha osservato il prossimo presidente, che prenderà le sue funzioni il 20 gennaio.

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