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Azienda Italia in cerca d'aiuto

di Paolo Bricco

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5 Dicembre 2008

Le grandi imprese italiane, di fronte al calo della domanda dovuta alla crisi e in coerenza con programmi di riorganizzazione da realizzare nel pieno di una congiuntura sfavorevole, tagliano il personale.
UniCredit ha dato il via libera a 3.700 prepensionamenti, che saranno attuati fra il 2009 e il 2010. Lo prevede l'accordo raggiunto ieri, dopo tre giorni di trattative, tra la holding e i sindacati. Una riduzione peraltro già contemplata nel piano industriale 2008-2010, quindi frutto dello "snellimento" post fusione UniCredit-Capitalia. Le eccedenze di personale sono concentrate a Palermo e a Roma, le sedi delle direzioni generali del vecchio Banco di Sicilia e della vecchia Banca di Roma. Ma non saranno risparmiate nemmeno quelle di Milano, Bologna, Brescia e Reggio Emilia. Nel 2009, 1.300 i prepensionamenti. L'anno successivo, 2.400.
Mercoledì l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha snocciolato i suoi numeri: fuori 4mila dipendenti entro il 2010, oltre ai 5mila già stabiliti in un primo tempo. Nel 2011, dunque, si conteranno 55.100 dipendenti:- 14% rispetto al 2007.
I sindacati, già un mese fa, avevano segnalato la procedura di mobilità in Pirelli per 200 dipendenti: 140 per Pirelli Tyre e 60 per Pirelli Re. Pirelli Tyre ha aperto un confronto con i sindacati per una riduzione del 10% degli impiegati e di oltre il 15% dei dirigenti. Un ridimensionamento che non vale soltanto per l'Italia, ma anche per la Germania, per l'Inghilterra e per la Spagna.
Pure la Fiat sta delimitando l'attività. Lo stabilimento di Melfi interromperà la produzione per una lunga sospensione natalizia. Le linee della Grande Punto si fermeranno dal 15 dicembre all'11 gennaio, con un nuovo ricorso alla cassa integrazione, oltre alla settimana già effettuata dal 24 al 30 novembre. Chiusura per Mirafiori dal 22 dicembre all'11 gennaio, dopo la settimana di cig dall'1 al 7 dicembre. Per Pomigliano dall'8 dicembre all'11 gennaio. Per Cassino la fermata è stata suddivisa in due periodi: dall'1 al 14 dicembre e dal 22 dicembre all'11 febbraio. A Termini Imerese il blocco sarà analogo a quello di Melfi: dal 15 dicembre all'11 gennaio.
È l'intero sistema produttivo sotto pressione. La Cisl, l'altro giorno, ha stimato in 900mila i posti di lavoro a rischio, nel giro di due anni, nell'industria e nelle costruzioni. Il sindacato guidato da Raffaele Bonanni ha evidenziato come, fra gennaio e ottobre, i lavoratori coinvolti in processi di crisi e di ristrutturazione aziendale, fra mobilità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, siano saliti a quota 179.552, rispetto ai 20-25mila che erano stati calcolati a giugno. Un dato, peraltro, depurato dagli interinali e dai contratti a tempo determinato non rinnovati.
Non ci sono soltanto licenziamenti, cassa integrazione e mobilità. Esistono anche alcuni elementi di asimmetria nel mercato del lavoro italiano che, adesso, risaltano in modo significativo, come testimoniato dal rapporto Unioncamere sulla «Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane». Nel 2007 la retribuzione lorda dei lavoratori italiani - includendo straordinari, premi di produttività e ogni altro elemento variabile della retribuzione - ha raggiunto in media i 26.500 euro, oscillando tra i 21.200 euro percepiti in media da chi svolge una professione non qualificata e i 92.200 euro delle professioni dirigenziali, con un differenziale di 4,3 volte tra i due estremi. Quasi 10 milioni di lavoratori percepiscono infatti una retribuzione media compresa tra i 21.200 e i 22.800 euro. Sempre nel 2007, le retribuzioni medie per gli uomini sono state pari a oltre 28 mila euro contro i 24.100 per le donne, con uno scarto a favore degli uomini del 16%. Per il 2007 il rapporto ha registrato una retribuzione totale annua lorda compresa tra i 23.600 euro del Sud e i 28.200 euro del Nord-Ovest. In posizione intermedia si collocano le retribuzioni percepite nel Nord-Est (circa 27.100 euro) e nel Centro (oltre 26.0 00 euro).
paolo.bricco@ilsole24ore.com

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