La crisi economica non risparmia l'hi-tech. E dopo quattro anni di espansione ininterrotta travolge anche i settori dell'elettronica e dell'elettrotecnica, che chiuderanno il 2008 con una flessione dei ricavi del 2,5%, a quota 62 miliardi di euro (di cui 26 realizzati all'estero).
È un quadro di netta flessione, soprattutto dal punto di vista occupazionale, quello che emerge dall'Osservatorio congiunturale presentato ieri da Confindustria Anie, Intesa Sanpaolo e Unioncamere, in collaborazione con l'istituto Tagliacarne, e realizzato su un panel di 400 imprese del comparto. Nello specifico, nel corso del 2008 sette aziende su dieci (il 70,2%) non hanno fatto assunzioni e a peggiorare la situazione c'è stata «l'emergenza tecnico-scientifica che caratterizza l'Italia in termini di capitale umano, insieme con l'insufficienza delle qualifiche e la loro inadeguatezza rispetto ai bisogni dell'industria», come fanno sapere dall'Anie. E tra le figure professionali più richieste ci sono ingegneri e programmatori, ma anche tecnici informatici e di laboratorio.
«In una situazione di crescente complessità come quella attuale - spiega Guidalberto Guidi, presidente di Confindustria Anie – con competitor esteri che fanno della manodopera a basso costo il proprio fattore di successo, la competitività della nostra industria deve guardare alle risorse umane come parte integrante della sua capacità di rispondere velocemente alle esigenze di mercato».
Dal punto di vista territoriale sono state le società elettrotecniche ed elettroniche attive nel Mezzogiorno ad aver bloccato le assunzioni nel 2008 (83,9%), mentre le imprese del Centro Italia hanno manifestano un maggiore fabbisogno di nuovi dipendenti (38% sul totale). Un dato (in parte) positivo: le medie imprese, protagoniste della ripresa nell'ultimo biennio, hanno registrato una percentuale di assunzioni più elevata rispetto alla media del settore (37% contro il 31,4% delle grandi e il 15,5% delle piccole), anche se dal punto di vista dei bilanci sono state quelle che, allo stesso tempo, hanno sofferto di più.
Tornando alla flessione del giro d'affari, l'elettrotecnica segnerà un calo dello 0,5%, mentre l'elettronica del 4,5 per cento e quest'ultima risente soprattutto delle difficoltà dei comparti apparati e sistemi per comunicazioni (-9,7%) e componentistica (-7,4%), mentre sono in controtendenza l'automazione e la sicurezza insieme con l'automazione edifici (nello specifico gli ascensori e le scale mobili). Passando infine al territorio, hanno mostrato un evidente peggioramento dei livelli di attività le imprese del Nord Ovest.
«Il fattore vincente per lo sviluppo delle aziende è costituito dalle persone, dai loro profili e capacità, dal loro potenziale e dalle loro attività. È il capitale umano che produce cambiamento, vero motore dell'innovazione e dello sviluppo», ha detto Guidalberto Guidi, ricordando come l'elettronica e l'elettrotecnica rappresentino insieme circa l'1,4% del Prodotto interno lordo italiano.