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Dai 20 soci di Cai con il sovrapprezzo oltre 400 milioni

di Gianni Dragoni

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24 DICEMBRE 2008

Sono venti i soci della Cai che hanno partecipato alla ricapitalizzazione della «nuova Alitalia». Manca la Toto costruzioni, rispetto ai 21 nomi la cui adesione è stata annunciata dal vertice della società. Il gruppo di Chieti attende la stipula dell'atto conclusivo di cessione di Air One – il closing, atteso per il 30 dicembre, salvo imprevisti – per reinvestire parte dei proventi che incasserà dalla stessa Cai, 60 milioni su circa 300.

I soci definiti «patrioti» e «audaci» dal premier Silvio Berlusconi, l'inventore della cordata italiana hanno finora versato 116,402 milioni di euro di capitale della «nuova Alitalia», rispetto a un capitale sottoscritto di 465,769 milioni, in altrettante azioni ordinarie del valore nominale di un euro. Questo risulta dal Registro delle imprese, consultato ieri dal Sole 24 Ore attraverso la banca dati Cerved, che riporta l'atto societario dell'11 dicembre scorso, il giorno precedente la stipula dell'atto di cessione della polpa Alitalia tra il commissario Augusto Fantozzi e la cordata italiana.
La lettura delle carte depositate nel Registro delle imprese fa sorgere interrogativi sull'effettivo esborso dei soci. Il 12 dicembre l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, aveva detto: «I 21 soci hanno versato i primi 450 milioni di capitale e hanno l'impegno ad arrivare a 850 milioni entro la fine dell'anno». Qualificate fonti finanziarie vicine alla Cai, di cui è advisor e socio di riferimento Intesa Sanpaolo, hanno puntualizzato al Sole 24 Ore che il patrimonio effettivo versato dai venti soci non è limitato a 116,4 milioni desumibili dal registro imprese, ma è più alto, circa a 437 milioni.
L'apparente difformità dei dati, secondo queste fonti, è dovuta al fatto che la visura nel Registro imprese non mette in evidenza il sovrapprezzo, circa 321 milioni, che ha accompagnato il primo versamento.

Secondo fonti finanziarie vicine a Cai, nel primo atto della ricapitalizzazione, necessaria a dotare la società, partita con soli 160mila euro, dei mezzi per pagare le attività rilevate da Fantozzi, i soci hanno versato il 25% del valore nominale delle azioni, tutte da un euro, quindi 25 centesimi ad azione, più il sovrapprezzo, 69 centesimi per ognuno dei 465,609 milioni di nuovi titoli emessi.
Resta da versare il 75% del valore nominale delle azioni, cioè 349 milioni di euro. Quest'importo sarà richiamato dal presidente del consiglio di amministrazione, Roberto Colaninno, in occasione del completamento dell'acquisto di Air One. A quel punto, dovrebbe fare la sua parte anche Carlo Toto, con 60 milioni, in modo da far salire il patrimonio effettivo a circa 850 milioni.
Anche sul versante societario e finanziario è laborioso il percorso che conduce alla «nuova Alitalia». Oltre alle scaramucce sindacali, l'impegno per la nuova compagine adesso è la definizione degli accordi con Air France-Klm per l'ingresso azionario fino al 25% nella società, accompagnato dal versamento di 250 milioni. Restano divergenze finanziarie sul sovrapprezzo, sulle clausole di governo, sulla ripartizione dei proventi e dei costi. Forse si lavorerà durante le vacanze, ma è concreto il rischio che i problemi arrivino intatti a gennaio.

Inoltre Cai – che a fine anno cambierà nome in Alitalia deve ancora ottenere dall'Enac il Coa, il certificato di operatore aeronautico che la abiliterà a volare.

La lista ufficiale degli azionisti, accessibile nel Registro delle imprese, mostra peraltro che il capitale sottoscritto, cioè l'impegno assunto dai soci, pari a 465,769 milioni di euro di nominale, è lontano dall'ammontare massimo deliberato dall'assemblea il 28 ottobre, che prevede 1.100 milioni. A questa dote patrimoniale si dovrebeb arrivare con l'ingresso del partner estero.
Nell'elenco aggiornato ci sono i nuovi azionisti entrati nella seconda fase. Spicca la famiglia di Antonio Angelucci, l'ex portantino diventato imprenditore nella sanità e negli immobili, da aprile anche deputato del Pdl. Il gruppo, proprietario dei quotidiani Libero e Il Riformista, è entrato in Cai attraverso un veicolo lussemburghese, la Th Sa, che ha il 7,62% del capitale sottoscritto, con 35,5 milioni di azioni ordinarie: a questa partecipazione corrisponde un versamento di 33,37 milioni, che saliranno a 60 milioni a fine operazione. Dopo i quattro pivot (Colaninno, Intesa Sanpaolo, Benetton e Riva), gli Angelucci sono il quinto azionista della Cai. Lo stesso peso dovrebbe acquisirlo Carlo Toto.

In Lussemburgo ha sede un altro azionista, il fondo Equinox guidato da Salvatore Mancuso, vicepresidente della Cai: partecipa alla ricapitalizzazione con la Equinoxe Sarl, con il 6,35%, corrispondente a 29,58 milioni di azioni e a un impegno di 27,8 milioni, che salirà a 50 milioni.
I primi quattro azionisti, appaiati con il 12,7% ciascuno, sono Atlantia (controllata dai Benetton), Immsi (controllata da Colaninno), Fire Spa (del siderurgico Emilio Riva) e Intesa, il motore del progetto. I pivot hanno sottoscritto ciascuno 59.175.680 azioni ordinarie, corrispondenti a 100 milioni di impegno complessivo: per il momento hanno versato 55,6 milioni ciascuno.
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