Per Torino è la giornata del ricordo. Un anno è passato, ma nella città non si sono attenuati il dolore e la rabbia nel ricordo del terribile rogo allo stabilimento della ThyssenKrupp nel quale, la notte del 6 dicembre 2007, perirono sette operai, uno sul colpo, gli altri dopo giorni di agonia in ospedale. C'è attesa per il processo in Corte d'Assise, prima udienza il 15 gennaio, con l'amministratore delegato Harald Espenhanh sul banco degli imputati con la pesante accusa di omicidio volontario ed altri cinque dirigenti che dovranno rispondere di omicidio colposo.
Alla cerimonia religiosa accanto ai famigliari delle vittime, erano presenti uno degli operai sopravvissuti alla tragedia, Antonio Boccuzzi e alcuni compagni di lavoro. Tra le autorità il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente del consiglio comunale, Beppe Castronovo, i presidenti di Provincia e Regione, Antonio Saitta e Mercedes Bresso, il prefetto Paolo Padoin, rappresentanti delle forze dell'ordine, una delegazione del 118, la segretaria generale dell'Ugl Renata Polverini, esponenti del Pd, il segretario regionale Franco Morgando, l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano e Piero Fassino, il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli. Accanto all'altare i gonfaloni della Regione, della Provincia, della Città di Torino, della Juventus e del Torino Calcio. La celebrazione, in una chiesa gremita, è stata officiata da don Corrado Bettiga, che ricordando le sette vittime ha sottolineato «il loro sacrificio non è andato perso». Al termine della messa un corteo di famigliari e istituzioni si è recato nell'ala del cimitero dove sono sepolti gli operai per scoprire una lapide che la città di Torino ha dedicato a tutte le sette vittime. A scoprire la targa ricordo il fratello di Bruno Santino, Luigi, e la moglie di Angelo Laurino, Sabina.
L'associazione "Legami d'acciaio", inoltre, ha organizzato un corteo al quale hanno partecipato circa 5mila persone. In testa al corteo - caratterizzato da numerosi striscioni («Basta morti sul lavoro» e «Padroni assassini») e bandiere rosse - i familiari di quattro delle sette vittime (Rodinò, De Masi, Santino e Scola) : «È un dolore che si ripete, non riusciamo a dimenticarlo, i soldi non restituiranno i nostri cari», hanno detto. Tra operai delle acciaierie, giovani e gente comune, anche tante persone provenienti da tutta Italia, tra cui i familiari delle vittime delle tragedie del Molino Cordero di Fossano, della Eternit di Casale Monferrato e di Taranto. «Il senso di questa manifestazione - ha detto Ciro Argentino - è di commemorare i sette compagni uccisi in quel rogo assurdo. Ma oggi vogliamo ricordare anche tutte le altre vittime del lavoro. Da un anno a questa parte non è cambiato nulla. Le cose stanno addirittura peggiorando. Mi spiace per l'assenza dei sindacati confederali, anche se tanti delegati hanno aderito a titolo personale». Tra i numerosi striscioni anche quello degli studenti del liceo scientifico "Darwin" di Rivoli dove qualche settimana fa è morto un giovane 17enne per il crollo di una controsoffittatura. Il corteo si è concluso davanti al Palazzo di Giustizia, dove il 15 gennaio è in programma la prima udienza del processo in Corte d'Assise contro sei imputati.
Altre messe verranno celebrate domenica 7 dicembre a Nichelino, dove viveva una delle vittime, Bruno Santino, e al santuario di Santa Maria Ausiliatrice. Il ricordo vivrà anche con un concerto straordinario del Teatro Regio, una mostra fotografia, un torneo di calcio a 5, un murale nel centro di Torino lungo 43 metri. La tragedia della ThyssenKrupp non sarà ricordata soltanto a Torino: ad Arona, sul lago Maggiore, sabato sarà creata un'installazione lunga 140 metri dedicata alle morti sul lavoro, con un centinaio di tute da lavoro bianche ed i nomi di tutte le vittime in Italia nel 2008.
Nel frattempo, proseguono le indagini dell'altro filone d'inchiesta, nel quale i dirigenti sono indagati per lo stress vissuto dai lavoratori scampati al rogo: attacchi di panico, insonnia, depressione, di cui soffrono gli operai che videro i loro colleghi trasformati in torce umane. Gli avvocati della multinazionale dell'acciaio preparano le mosse per il processo, sostenendo che sia stata «esagerata» la tesi accolta dal giudice dell'udienza preliminare che ha deciso il rinvio a giudizio dei vertici della ThyssenKrupp.