«Ci sarebbe la rivolta del popolo se ancora una volta si dovessero dare degli aiuti alla Fiat». Il ministro della Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, intervistato a Mezz'ora su Raitre, ribadisce la contrarietà del Carroccio ad aiuti di Stato per l'industria automobilistica torinese. «La Fiat - ricorda Calderoli - l'abbiamo pagata già tante volte per dover reintervenire e non si possono condividere i debiti e tenersi gli utili».
«Credo che le aziende - sostiene Calderoli - debbano essere considerate nel loro complesso. Noi abbiamo cercato di intervenire in aiuto delle imprese e quelle automobilistiche fanno parte delle imprese. Se ci deve essere una considerazione non sarà certo rispetto alla Fiat ma rispetto al mondo dell'automobile a livello europeo».
Il ministro Calderoli spiega che mercoledì prossimo a Palazzo Chigi Berlusconi avvierà un tavolo dove «non ci sarà la Fiat da una parte e lo Stato dall'altra ma il mondo automobilistico a livello europeo e il governo». «Del resto - conclude Calderoli - Berlusconi stesso lo ha detto perchè sennò ci sarebbe un aiuto di Stato e come tale non è consentito dall'Europa che, oltre a fare tanti danni, qualche volta qualcosa di positivo fa».
Una forte critica alle parole del ministro è però subito arrivata dal presidente della commissione Lavoro della Camera Stefano Saglia (PdL): «Le dichiarazioni del ministro Calderoli sugli aiuti all'auto sono anacronistiche. Visto che Fiat conta 83mila dipendenti mentre le aziende dell'indotto, la maggior parte delle quali al nord, hanno 375mila lavoratori c'è da chiedersi se la Lega è contro il nord.
In ogni caso, precisa Saglia, «aiuti diretti alla Fiat non sono mai stati all'ordine del giorno anche perché sarebbero aiuti di Stato e verrebbero bocciati dalla Ue. Serve invece un mix di incentivi su innovazione e stimolo ai consumi. Auspichiamo –conclude Saglia- che il ministro Scajola lavori serenamente contando sul sostegno del premier e della maggioranza».