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Fiat sotto osservazione

di Andrea Malan

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16 gennaio 2009


NEW YORK. Dal nostro inviato
Moody's accende un faro sul rating della Fiat e Sergio Marchionne rilancia l'appello per un'azione di sostegno del settore a livello europeo, proprio mentre anche negli Stati Uniti prende forma un piano di aiuti all'auto che si ispira all'esperienza del Vecchio continente. L'agenzia americana di valutazione del credito ha messo ieri sotto osservazione il rating di Fiat per un possibile declassamento; attualmente il Lingotto è valutato Baa3, ovvero il livello più basso tra quelli considerati "investment grade". «La decisione di Moody's è strettamente collegata alla generale situazione di difficoltà che sta attraversando il comparto automobilistico a livello mondiale» ha commentato ieri Marchionne; solo questa settimana, in effetti, l'agenzia aveva preso decisioni simili per Nissan, Peugeot e Renault. Gli analisti di Moody's affermano che «la revisione riflette il calo dei mercati automotive, più grave del previsto sia per dimensioni che per rapidità; un calo che comporterà un deterioramento della redditività di Fiat e della sua capacità di generare cassa», e aggiungono che «l'attuale recessione globale impatta tutti i settori di Fiat tranne le macchine agricole, e impedisce quindi al gruppo di beneficiare della sua diversificazione».
I dati finali sull'andamento del mercato europeo confermano in effetti la tendenza degli ultimi mesi e danno sostanza alle previsioni pessimistiche per il 2009. Fiat guadagna quota di mercato in Europa nel 2008 ma perde 70mila unità rispetto all'anno precedente; la produzione nel nostro Paese scende a livelli che non si vedevano dai primi anni 60, accentuando l'inquietudine dei sindacati.
Anche per questi motivi, Marchionne torna a chiedere con forza «azioni di sostegno a livello europeo», che definisce «necessarie e urgenti». E aggiunge un punto ulteriore: «Solo una strategia di intervento comune, o per lo meno condiviso, può evitare quella disparità da Paese a Paese che sta creando condizioni di diseguaglianza tra i diversi costruttori, falsando l'equilibrio dei mercati e violando i più elementari principi della concorrenza previsti dal mercato unico europeo».
In attesa della riunione di oggi a Bruxelles sugli aiuti (si veda l'articolo qui sotto), dagli Stati Uniti arriva la notizia che anche gli Usa si stanno muovendo per varare un piano di incentivi alla rottamazione: un provvedimento in tal senso è stato presentato nei giorni scorsi al Congresso. La proposta bipartisan, che deve ora affrontare l'iter legislativo, prevede incentivi fino a 4.500 dollari per chi acquista un veicolo nuovo a basso consumo rottamandone al tempo stesso uno vecchio; un provvedimento che le stesse case automobilistiche avevano chiesto nei giorni scorsi al Salone dell'Auto di Detroit. In quell'occasione Rick Wagoner, numero uno della General Motors, aveva fatto esplicito riferimento all'esperienza italiana e francese.
Mentre Fiat spera nei possibili aiuti pubblici al mercato, deve fare i conti con le dimissioni di Luca De Meo da numero uno dell'Alfa Romeo e responsabile di marketing del gruppo, che privano Sergio Marchionne di uno dei collaboratori più validi. La riorganizzazione annunciata mercoledì e la nomina di un manager stimato come Sergio Cravero all'Alfa Romeo attenuano l'impatto dell'uscita del manager ma non lo eliminano del tutto, tanto più che Fiat Auto dovrà affrontare un mercato 2009, previsto in ulteriore calo, senza nuovi modelli di peso (l'erede dell'Alfa 147 arriverà a fine anno o ai primi del 2010).
L'aggravamento della crisi allontana anche il momento dell'individuazione di un responsabile di Fiat Auto – un problema che prima o poi andrà affrontato, ma che di questi tempi passa in secondo piano rispetto alla crisi congiunturale e alla ricerca di un partner. Proprio quest'ultimo obiettivo, ovvero quello di trovare un posto a Fiat nel consolidamento del settore, potrebbe diventare il compito principale per l'amministratore delegato. Difficile ipotizzare una cessione di Fiat Auto, come suggerito da qualche banca d'affari; più probabile una partnership con uno o più costruttori, come del resto lo stesso Marchionne ha suggerito nell'intervista ad Automotive News (e John Elkann in quella al Sole 24 Ore).

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