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Ordinativi crollati: è il livello più basso mai raggiunto dal '98

di Paolo Malagodi

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Martedí 27 Gennaio 2009

Procede al rallentatore il mercato italiano auto, partito con un portafoglio di soli 157.500 ordini a inizio gennaio. Notevolmente inferiori ai quasi 226mila inevasi di avvio 2008 e al più basso livello da quando, nel 1998, è iniziata la rilevazione degli ordinativi a cura di Anfia per le marche italiane e di Unrae per quelle estere. In una serie che evidenzia quanto gennaio abbia potuto contare su un ricco portafoglio: per garantire a tale mese, insieme a marzo, i massimi livelli immatricolativi dell'annata.

Ma il crollo della domanda a 2.034.059 ordini nel 2008, in calo di quasi 483mila unità e del 19,2% sui 2.517.036 precedenti, ha falcidiato la dote di inevasi. Con riflessi aggravati dalla scadenza, il 31 dicembre scorso, degli ecoincentivi al rinnovo del parco, con un bonus sino a 800 euro per la rottamazione sia delle Euro 0, sia delle Euro 1 e con estensione, nel 2008, alle Euro 2 targate prima del 1997.

Nulla di strano se, in un simile contesto, il corrente mese sia stato caratterizzato da una limitata affluenza ai saloni delle concessionarie. Da parte di una clientela che, nell'ipotesi di permutare la vettura, si è spesso vista negare l'erogazione di un credito rateale, strumento che nel 2008 ha interessato l'80% delle vendite di auto a privati e l'85% nel 2007. Per restrizioni sui finanziamenti correlate alle incerte prospettive occupazionali e di reddito offerte, nell'attuale congiuntura, dai potenziali beneficiari.

Criticità che si avvia, nondimeno, a trovare parziale rimedio negli emendamenti introdotti, con la votazione alla Camera, dal decreto anticrisi. Con il quale si dispone (art.3, comma 13 bis) che "per agevolare il credito automobilistico, l'imposta provinciale di trascrizione (IPT) per l'iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA) di ipoteche sui veicoli è prevista in 50 euro. La cancellazione di tali ipoteche è esente da tale tributo". Una variazione di non poco conto che, dopo il vaglio entro questo mese del Senato, offrirà a chi eroga il prestito una ulteriore forma di garanzia; oggi pressoché inutilizzata, a causa di un costo gravante sull'acquirente dell'1,46% sul valore del veicolo e per un ammontare che (con minimo di 150,80 euro) viene riscosso tanto per iscrivere che per cancellare l'ipoteca.

Al momento attuale resta comunque il fatto che, decorse ormai tre settimane di gennaio, l'avanzamento delle immatricolazioni è ai minimi termini e con notevoli differenze nelle quote traguardate dalle varie case. Con i livelli, ad esempio, particolarmente brillanti di alcune marche estere, a cominciare da Ford vicina al 10% di share e grazie all'ultima presentazione di Ka, in aggiunta a quella recente di nuova Fiesta. Stanno procedendo alla grande anche le consegne del gruppo Volkswagen, per merito di una marca capofila al 9,3% di penetrazione, supportato dall'ottima accoglienza di Golf VI, mentre la consociata Audi al momento presenta un peso del 6,8% e con la presenza di A4 tra i dieci modelli più venduti.

Si presenta meno brillante il provvisorio consuntivo del Lingotto, vicino al 26% di share e con la marca Fiat intorno al 21% di quota, ma saranno i prossimi giorni a ristabilire gli equilibri. In una settimana cruciale per l'accelerazione delle consegne e nella quale il principale brand torinese potrà fare affidamento, dopo il "porte aperte" di questo fine settimana, sulle nuove versioni a Gpl di Panda, Grande Punto e Bravo.

In attesa dei conclusivi aggiustamenti sui livelli di share, resta invece confermata la modestia di un gennaio proiettato a circa 170mila immatricolazioni, per una flessione nell'ordine del 27,3% sulle quasi 234mila immatricolazioni di un anno addietro e ben del 32,1% se riferita alle oltre 250mila auto consegnate in avvio del 2007 record.

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