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Cina, la metà delle fabbriche
di giocattoli ha chiuso nel 2008

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09 febbraio 2009

La crisi internazionale colpisce l'industria cinese dei giocattoli, che nel 2008 ha visto chiudere i battenti alla metà delle imprese del settore. Secondo quanto riportato dai media della Repubblica popolare, l'anno scorso il numero di imprese produttrici ed esportatrici di giochi è calato del 49% a 4.388 unità contro le 8.610 registrate a inizio 2008.

A pesare è in primo luogo il calo della domanda estera (l'export di giocattoli è cresciuto soltanto dell'1,8% nel 2008 contro il +20% del 2007), ma anche l'aumento dei costi di produzione in Cina, il rafforzamento dello yuan e il mancato adeguamento della qualità all'irrigidimento degli standard internazionali. La questione della qualità era esplosa nel 2007, quando molti giocattoli cinesi erano finiti sotto accusa e ritirati dal mercato. Sul futuro del settore, poi, peserà lo stop alle importazioni di giocattoli cinesi deciso il mese scorso dall'India, probabilmente per proteggere i produttori locali. Una mossa che, secondo la stampa cinese, spingerà il governo di Pechino a presentare ricorso presso il Wto.

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