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Crisi auto, Saab chiede l'amministrazione controllata

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20 febbraio 2009

La casa automobilistica svedese Saab, sull'orlo dell'insolvenza, ha avviato le procedure per ristrutturarsi e diventare indipendente, distaccandosi dalla General Motors. Lo ha annunciato una portavoce della Saab specificando che l'istanza è stata presentata oggi a una corte distrettuale di Vanersborg, nel Sud Est del Paese scandinavo.
La decisione giunge dopo che il governo svedese aveva respinto una richiesta del colosso statunitense Gm, anch'esso sull'orlo della bancarotta, per un'iniezione di liquidità mel marchio. La Saab produce automobili in Svezia dal 1947.
Nei mesi scorsi la General Motors era stata, inutilmente, alla ricerca di un acquirente. La procedura concorsuale avviata oggi è simile, nella sostanza, al 'chapter 11' statunitense con la richiesta di protezione dai creditori abbinata a misure di ristrutturazione che comunque dovranno essere finanziate. "se verrà approvata del tribunale - ha detto la Saab - la riorganizzazione sarà attuata su di un periodo di tre mesi e richiederà finanziamenti indipendenti per riuscire".
A spiegare le motivazioni del passo intrapreso oggi è stato poi il direttore esecutivo della società, Jan Ake Jonsson: "abbiamo esplorato e continuiamo a esplorare - ha detto in un comunicato - tutte le opzioni possibili per finanziare e/o vendere la Saab ed è stato deciso che una ristrutturazione formale è la via migliore per creare un'entità veramente indipendente pronta agli investimenti".
La General Motors nel frattempo ha assicurato che la Saab continuerà a operare normalmente e che i fornitori dell'azienda verranno pagati.
E il governo di Stoccolma? Per ora continua a escludere un suo intervento di salvataggio. "Non sono certo di cosa si stia parlando perchè il sostegno finanziario di qualsiasi tipo non è nella nostra agenda", ha dichiarato il portavoce del ministero dell'Industria. Lo stesso ministro, Maud Olofsson, si è limitata a dichiarare all'agenzia di stato Tt che "è molto difficile dire quale possa essere il nostro ruolo".
La Oloffson mercoledì scorso aveva respinto la richiesta di aiuti di stato per Saab sottolineando che era compito della Gm salvare il marchio svedese. Nei giorni scorsi, oltre ai finanziamenti richiesti al governo di Washington, che potrebbero toccare complessivamente i 30 miliardi di dollari, la casa statunitense aveva quantificato in ulteriori 6 miliardi di dollari i fondi necessari dai governi di Canada, Germania, Regno Unito, Svezia e Thailandia per fornire liquidità alle sue atttività estere in tali Paesi.
Attualmente Saab impega circa 4.500 dipendenti in oltre 50 Paesi, con la maggior parte della produzione concentrata in Svezia e i mercati principali costituiti da Usa, Regno Unito, Svezia, Germania e Italia. Il capo-azienda Jonsson ritiene che, con tre nuovi modelli pronti al lancio (9-5, 9-3x e 9-4x) la casa automobilistica abbia "ottime fondamenta" per crescere se riuscirà a reperire le risorse di ingegnerizzazione, assemblaggio e di lancio. "La riorganizzaziobne - assicura - ci darà il tempo e i mezzi per aiutare a commercializzare questi prodotti minimizzando allo stesso tempo l'impatto di liquidità di Saab sulla Gm".
Più scettici gli analisti del settore, che mettono di in dubbio le capacità di sopravvivenza autonoma del marchio. "Non possiede le economie di scala o gli ampi fondi necessari", spiega Stephen Pope, responsabile strategia di mercato alla Cantor Fitgerald aggiungendo che "forse stanno cercando di renderla bella per gli acquirenti".
La storia della Saab iniziò negli anni Trenta come produttore aeronautico per diventare anche produttore di automobili dopo la seconda guerra mondiale. La General Motors acquisì il 50% della casa svedese nel 1989 per rilevarne la totalità del capitale nel 2000. Attualmente la casa aeronautica è totalmente separata da quella automobilistica.

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