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Fmi: prospettive tetre per l'Italia
Possibile recessione fino al 2010

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7 febbraio 2009
Merkel-Sarkozy: iniziativa comune Europa
Il documento Fmi sull'Italia


Le prospettive per l'Italia sono «tetre», con «un'eventuale ripresa debole e lenta»: il Fondo monetario internazionale in un Outloook dedicato all'Italia, pubblicato questa notte, conferma due anni di recessione, con il Pil 2009 in contrazione del 2,1% e quello 2010 dello 0,1%. Il rapporto deficit-Pil tornerà quest'anno sopra il 3% «a causa del deterioramento dell'economia», mentre il debito salirà al 108,2% offrendo al Governo «uno spazio limitato» d'azione per fronteggiare la crisi globale. Servono comunque «misure tempestive, mirate e coordinate» tenendo conto dei programmi di riduzione della spesa: «Il pacchetto fiscale presentato di recente al Parlamento - afferma l'Fmi nell'Article IV - è in generale in linea con queste considerazioni. Se le prospettive di crescita peggioreranno ulteriormente, però, uno stimolo più ampio potrebbe essere considerato». Pur constatando i progressi compiuti sul fronte delle politiche fiscali e delle riforme, l'istituto di Washington invita a fare di più sia sul fronte delle liberalizzazioni sia su quello del mercato del lavoro.
Le prospettive a breve termine per l'economia italiana restano comunque «tetre»: i «rischi al ribasso dominano l'outlook» e l'eventuale ripresa sarà «con tutta probabilità lenta e debole» anche a causa delle «rigidità del sistema, della mancanza di concorrenza, e del limitato spazio per una risposta fiscale». A pesare sarà anche l'eccessiva dipendenza dell'Italia dalle esportazioni. «L'Incertezza sulle prospettive è eccezionalmente elevata», aggiunge il Fmi, evidenziando la necessità di adottare «riforme di lungo termine per risolvere la principale sfida italiana: la mancanza cronica di crescita».
Il Pil italiano si contrarrà sia nel 2009 sia nel 2010, anno in cui la crescita pur «risalendo modestamente rimarrà decisamente al di sotto del già basso potenziale». E questo anche perchè «l'Italia, rispetto ad altri paesi avanzati, è mal posizionata per lanciare un più aggressivo piano di stimoli fiscali» contro la crisi in atto.
L'Italia deve continuare sulla strada delle liberalizzazioni ed è necessaria una «vasta riforma del mercato del lavoro al fine di evitare ulteriori interventi parziali che esacerberebbero le iniquità già esistenti». «Le politiche fiscali sono state notevolmente migliorate nel corso degli anni - constata il Fmi - ma in modo insufficiente per aggiustare le già fragili finanze pubbliche» italiane.
Il Fmi constata infine come il sistema bancario italiano si sia dimostrato «resistente» alla crisi pur non avendola «evitata»: nel breve termine, comunque, «potrebbero servire azioni per rafforzare ulteriormente la stabilità finanziaria», visto che «anche se il sistema resta solido e ben supervisionato, le vulnerabilità sono aumentate». La resistenza del sistema bancario è stata sostenuta «dalla risposta prudente e sistematica» delle autorità ma anche dai passati scandali, «quali Parmalat e Cirio, che potrebbero aver ridotto l'appetito per il rischio delle banche».

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