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Le parole dell'economia: differenze fra saldo di cassa, indebitamento e debito pubblico

di Luigi Lazzi Gazzini

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2 febbraio 2009

Il saldo di cassa - È una delle molte versioni dei conti pubblici. Quello reso noto oggi si riferisce al solo settore statale, ovvero alle amministrazioni centrali ed è diffuso mensilmente dal Tesoro. È redatto secondo criteri di cassa, ovvero - semplificando - in termini di effettive entrate e uscite di denari. Quasi sempre in passivo (fabbisogno), risulta in avanzo nei mesi dei versamenti tributari: giugno e dicembre. Ma la rilevazione del saldo di cassa può estendersi al settore pubblico o alle Amministrazioni pubbliche, via via allargando il settore di riferimento. Il fabbisogno delle Amministrazioni è diffuso, sempre mensilmente, dalla Banca d'Italia.
L'indebitamento netto - È la versione del disavanzo secondo le regole europee, che lo vorrebbero sotto il 3% del prodotto interno nazionale. È redatto secondo competenza economica, ovvero il fenomeno è registrato contabilmente nell'esercizio in cui si verifica, non quando ne avviene la regolazione di cassa: il pagamento o l'incasso. Ne conseguono differenze anche importanti tra questo saldo e quello di cassa e discussioni infinite su quale sia più rappresentativo della situazione dei conti pubblici. Normalmente, l'indebitamento (o accreditamento in caso di saldo attivo) è riferito a tutte le Amministrazioni: Stato, Regioni, enti locali, istituti previdenziali e altri ancora.
Il debito pubblico - È, ovviamente, conseguenza dell'accumularsi dei disavanzi annuali. A crearlo, però, non è, a dispetto del nome, l'indebitamento bensì il fabbisogno, ovvero l'effettiva necessità di reperire risorse finanziarie per colmare il deficit. Necessità soddisfatta con l'emissione di nuovi titoli del debito pubblico. Lo calcola la Banca d'Italia per le Amministrazioni e per i singoli settori (Stato, enti locali). Anche in questo caso, l'Europa imporrebbe un "tetto": il 60% del Pil. La crisi finanziaria e gli interventi decisi da molti Paesi determineranno forti aumenti del debito. L'Italia ha un debito stimato superiore al 105% del Pil nel 2008 e ha dunque limitati spazi di manovra.

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