Con le sue cedolone all'8,5%, 10%, persino al 15 per cento, il Tremonti bond non passa di certo inosservato in questi tempi di rendimenti ridotti all'osso, con i BoT che offrono al risparmiatore meno dell'1% al netto di ritenuta e commissioni.
La tentazione di invitare l'investitore retail al "banchetto" di questi nuovi strumenti ibridi è grande: se una parte del risparmio degli italiani dovesse contribuire a rafforzare il sistema bancario a sostegno della ripresa economica del Paese, l'operazione potrebbe diventare "socialmente" virtuosa.
E la partecipazione dei privati alleggerirebbe il peso di queste ricapitazzazioni sul bilancio dello Stato e in particolare sul debito pubblico.
Fatto è che l'ipotesi di estendere anche al risparmiatore, oltre al Tesoro, la sottoscrizione dei Tremonti-bond è ora all'esame dei tecnici del Mef, della Banca d'Italia e delle stesse banche.
Prodotti finanziari sofisticati non adatti a tuttiQueste speciali obbligazioni subordinate, che saranno emesse a breve dalle banche per rafforzare il capitale di vigilanza cosiddetto Core Tier-1, tuttavia non sono adatte a tutti i palati. Sono prodotti d'investimento particolarmente rischiosi e solo l'investitore più sofisticato può valutarne correttamente il rapporto rischio/rendimento.
Più simili alle azioni che alle obbligazioni
I bond subordinati, ibridi, convertibili e perpetui sono molto lontani dalle obbligazioni senior (titoli di debito) perché si avvicinano di più all'equity: le cedole dei Tremonti-bond vengono pagate solo quando c'è un utile distribuibile e quindi sono perse (non cumulabili) nell'anno in cui l'esercizio della banca è in rosso.
In aggiunta, il Tremonti-bond si comporta come un titolo azionario (il termine tecnico è pari passu) in quanto nel caso di abbattimento del capitale anche il valore del bond ne risente in eguale misura.
La possibilità che il Tremonti-bond finisca nel portafoglio delle famiglie italiane è dunque remota, secondo fonti bancarie che tra l'altro temono i tempi lunghi della preparazione di un prospetto ad hoc.
La preoccupazione principale è però di stampo reputazionale: il risparmiatore potrebbe non essere in grado di capire fino in fondo che la cedola e il capitale di un bond ibrido sono altamente a rischio, come nel caso del dividendo e dell'andamento di Borsa del titolo azionario bancario.
In passato, la Banca d'Italia ha frenato il collocamento dei bond subordinati per il Core Tier-1 e Tier-1 presso la clientela retail delle banche. È più probabile che i Tremonti-bond, se allineati alle condizioni di mercato come richiede la Commissione europea in nome della concorrenza, possano essere offerti agli investitori istituzionali, come i fondi comuni d'investimento, gli hedge fund, le banche stesse.