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Piano casa, pronto il decreto. Ecco tutte le novità

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20 marzo 2009

Ampliare le nuove case di oltre un terzo del volume e ingrandire quelle esistenti del 20%: è pronto il decreto legge che ridisegna le regole dell'edilizia privata e che rappresenta uno dei pilastri del piano casa del Governo. Il testo, che dovrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri, è formato da sette articoli e sarà sottoposto all'attenzione degli enti locali: la Conferenza Stato-Regioni è stata convocata per mercoledì a Palazzo Chigi ed è probabile che venga ampliata anche alle province e ai comuni, divenendo così una Conferenza unificata. In attesa dell'emanazione di leggi regionali, «le norme - recita comunque il primo articolo - trovano applicazione su tutto il territorio nazionale».
Da Bruxelles, al termine del vertice Ue, il premier Silvio Berlusconi, dopo aver sottolineato la «richiesta incredibile» che c'è in Italia, ha detto che il piano ha riscosso interesse anche da parte degli altri paesi Ue: «Molti colleghi europei ci hanno chiesto il testo del decreto per l'ampliamento delle case e ci siamo impegnati a fornirlo entro lunedì».
Tornando al decreto, ecco di seguito i suoi punti principali.


AMPLIAMENTO CASE E EDIFICI, +20%. Confermata la possibilità di ampliare fino a un massimo del 20% il volume delle abitazioni private finiti prima del 31 dicembre 2008 in deroga ai piani vigenti. La percentuale si calcola sulla superficie coperta se si tratta di edifici adibiti a uso diverso. Il limite è del 20% del volume, ma è ammesso il cumulo del bonus del vicino: si può arrivare fino al 40. Fissato anche il limite massimo per l'ampliamento: il tetto è di 300 metri cubi per unità immobiliare.

DEMOLIZIONE, RICOSTRUZIONE E BIOEDILIZIA, +35%. Viene trasormata in obbligo quella che prima era una facoltà: è previsto un premio di cubatura del 35%: si demoliscono 100 metri cubi e se ne ricostruiscono 135. Diventa un obbligo puntare su risparmio energetico, bioedilizia o risparmio acqua. Ammessa anche la demolizione e ricostruzione anche di capannoni, stabilimenti e ogni altre destinazione non residenziale.

SALTANO I PALETTI TEMPORALI. Non è specificata la necessità che gli immobili oggetto degli interventi di demolizione, ricostruzione e ampliamento debbano essere stati costruiti prima dell'89, così come invece era spiegato nelle linee guida. Nel testo viene invece specificato che la possibilità di ampliare abitazioni esistenti riguarda le unità immobiliari «ultimate alla data del 31 dicembre 2008 in forza di titolo abitativo anche in sanatoria».

POSSIBILE CAMBIARE LA DESTINAZIONE D'USO. Gli interventi «possono anche consistere, in tutto o in parte, nel mutamento di destinazione d'uso, con o senza opere edilizie». Sono comunque effettuati nel rispetto della normativa relativa alla stabilità degli edifici e di ogni altra normativa tecnica». Se si tratta di una nuova fabbrica, poi, non si può superare «di oltre quattro metri l'altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti».

SCONTI FISCALI. Chi deciderà di ampliare la prima casa avrà uno sconto del 50% sul balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento «agli incrementi realizzati» e il taglio del 50% è previsto anche per «gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili».

ADDIO AL PERMESSO, SUFFICIENTE LA DIA. Per i nuovi interventi basterà la denuncia di inizio attività e il via libera del progettista: «La sussistenza di tutte le condizioni previste dal presente decreto è asseverata sotto la propria responsabilità dal progettista abilitato che sottoscrive la denuncia di inizio attività».


RISPETTO DEL PAESAGGIO. Fuori dal raggio di intervento del decreto le aree inedificabili (parchi, aree naturali e archeologiche), gli immobili abusivi su cui grava una ordinanza di demolizione e gli immobili privati situati su area demaniale. Per tutte le aree non incluse nell'elenco, ma vincolate occorre il nulla osta delle autorità. Per quelli non soggetti ai vincoli, invece, i comuni entro trenta giorni dalla Dia possono imporre aggiustamenti tecnico-estetici.

20 marzo 2009
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