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Lombardia/editoria - «Così perdiamo il mercato»

di Marco Alfieri

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12 Marzo 2009

«Facciamo copertine per libri. È un po' il vecchio lavoro della mamma, che alle elementari ti ricopriva il sussidiario per non rovinarlo. Il cliente finale, non caso, è il cartolaio. Ma poi ci siamo estesi alle biblioteche e al grande mercato dell'editoria scolastica, dove si stampano 55 milioni di volumi l'anno».
Paolo Valle, milanese, 46 anni, insieme ad un altro socio è titolare della Edmea srl. Una decina di dipendenti, struttura molto snella, distributori e logistica esternalizzati e un fatturato che è schizzato dai 700mila euro del 2004 ai 5 milioni del 2008, vendendo alla grande copertine made in Italy fin nella lontana Australia. «Siamo partiti nel '99 - spiega Valle - le banche per qualche anno ci hanno accompagnato nella crescita, con alcune operazioni di affidamento». Da qualche tempo, invece le cose sono cambiate.
A settembre 2007, ad esempio, «faccio domanda, tramite confidi, per un finanziamento di 200mila euro legato al bando di patrimonializzazione aziendale, con contributo della Camera di commercio di Milano in conto abbattimento tassi. L'aumento di capitale deliberato prevedeva versamenti in denaro per 300mila entro marzo 2008. I mezzi freschi servivano al perfezionamento dell'acquisto di azioni della società operativa e al pagamento del primo acconto del leasing immobiliare del valore di 1,3 milioni per i nuovi uffici in viale Ripamonti. Il finanziamento richiesto - prosegue Valle - avrebbe spostato parte del debito sugli anni successivi, facendo usufruire del bando della Cdc. A gennaio 2008 non otteniamo la delibera in confidi perché il funzionario del Credito bergamasco che sponsorizzava la nostra domanda non ha sostenuto e spiegato le nostre voci di bilancio».
Edmea sopperisce con mezzi propri, approvando il bilancio al 31 marzo del 2008 con aumento di capitale, perdendo di conseguenza il contributo della Cdc. E, si badi: «abbiamo sempre pagato tutte le rate dei mutui concessi, per due delle tre società in questione non abbiamo più alcun debito nei confronti dell'istituto bergamasco né affidamenti in corso». Non basta. «A fine febbraio 2009, ad oltre un anno dal primo diniego, mi viene proposta una cifra ridicola di 50mila euro da rimborsare in un anno con assicurazione collegata. Accetto ugualmente, ma la risposta alla fine non cambia: richiesta negata, perché nulla è cambiato».
Eppure, nell'ultimo anno, il fatturato Edmea è cresciuto del 25 per cento. La società ha acquistato un brevetto del valore di oltre 900mila euro, a fronte del quale pagavano 200mila euro l'anno di royalties e che ha valore per altri dieci, sostenuti da una banca straniera. Ha aperto cinque filiali estere, alcune già a break even. Inoltre «non abbiamo esposizioni in titoli tossici». Insomma parliamo di un'azienda che si sta espandendo all'estero. «Le banche dovrebbero accompagnarci, giusto?» Invece con un costo del denaro in calo, sono paradossalmente restie a prestare i soldi. «E anche 50 mila euro diventano un problema».

12 Marzo 2009
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