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Sicilia/alimentare - «Il problema non è il costo»

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12 Marzo 2009

«Io non credo che se le banche siciliane fossero rimaste autonome da quelle del Nord, adesso sarebbe più facile avere denaro in prestito. Probabilmente sarebbe complicato lo stesso. Perché, oggi, l'atteggiamento è simile in tutte: hanno il freno a mano tirato».
A 53 anni Franco Ingrande, con la Friomed e la Normanna Pesca, è uno degli imprenditori specializzati nella trasformazione industriale del pesce a Mazara del Vallo, il porto peschereccio più importante d'Italia e uno tra i primi in Europa. Con la prima società, trasforma e commercializza il pesce congelato, con la seconda commercializza quello fresco.
Un'attività industriale che completa la filiera iniziata dai suoi tre pescherecci, che ogni giorno escono dal porto di Mazara alla ricerca del pesce nel canale di Sicilia e negli angoli più lontani del Mediterraneo.
Dunque, in questi tempi di restrizione del credito si trova ad operare nella provincia di Trapani, uno degli epicentri del vecchio sistema bancario regionale che ormai è diventato radicalmente altra cosa rispetto al passato: lavora con Unicredit, che qui ha incorporato il Banco di Sicilia, la Banca Nuova (le vecchie filiali della Banca del Popolo di Trapani) e Intesa Sanpaolo (Banca Sicula di Trapani). Ingrande non condivide certo nostalgie passatiste, ma conosce bene le complessità odierne: «Il primo problema - dice Ingrande - è costituito dal costo del denaro, che rispetto alla fine del 2008 è di almeno un punto in più. Ma non è soltanto un fatto di prezzo. Il problema vero è la disponibilità, a livello di quantità di credito effettivamente assegnato, a sostenerti nel giorno per giorno».
Dunque, fino a un paio d'anni fa, quando sembrava che il denaro fosse gratis, di fronte alla sua porta, nella periferia di Mazara, c'era metaforicamente la fila dei bancari interessati ad allacciare rapporti con un gruppo in salute che è arrivato a fatturare 12 milioni di euro. «Oggi - afferma Ingrande, che nel 2008 ha consolidato ricavi per 9 milioni di euro - il lavoro si è ridotto e i tempi per incassare si sono irrimediabilmente allungati. E l'atteggiamento in banca è decisamente cambiato. Se magari prima ti ritrovavi un affidamento che non adoperavi del tutto, ora la situazione si è praticamente ribaltata: riscontri diffidenza quando, per la carenza di liquidità con cui hai a che fare come capita a tutti, ti rivolgi alla banca chiedendo di ampliare il fido».
Ingrande, che vende i suoi prodotti ittici non soltanto sul mercato italiano ma esporta anche in Spagna e in Grecia, constata alcuni piccoli spiacevoli segnali nell'ordinaria amministrazione: «Negoziamo assegni esteri. E le commissioni su questi assegni salgono».

P. Br.

12 Marzo 2009
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