Arriva l'ok definitivo del Governo alla privatizzazione di Tirrenia. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il decreto che definisce i criteri dell'operazione e le modalità di dismissione della partecipazione detenuta (attraverso Fintecna) dal ministero dell'Economia nel capitale della società di navigazione. Il documento prevede che sul mercato vada il 100% della società.
La decisione ha subito provocato un'alzata di scudi da parte dei sindacati, che parlano di «accelerazione sbagliata», presa «senza alcun coinvolgimento preventivo» delle organizzazioni sindacali e chiedono un tavolo a palazzo Chigi. Il Prc, da parte sua, definisce l'operazione una «selvaggia privatizzazione».
Varando ieri il decreto del presidente del consiglio, il Governo segue una linea suggerita più volte da Bruxelles. E conta così di non subire reprimende dalla Commissione, relativamente alla decisione, sancita col "Milleproproghe", di prolungare al 31 dicembre 2009 le convenzioni tra Stato e Tirrenia, che erano in scadenza il 31 dicembre 2008. In effetti, l'esecutivo aveva, in un primo tempo, ipotizzato, per il decreto di privatizzazione, una formula che prevedeva la cessione di oltre il 70% delle quote della compagnia. Formula in seguito addirittura corretta al ribasso, con l'indicazione di una percentuale «superiore al 50%». Dopo una dura lettera della d.g. Energia e Trasporti di Bruxelles (vedi Il Sole 24 Ore del 16 gennaio scorso) e alcuni incontri tra dirigenti ministeriali italiani e tecnici della Commissione Ue, alla fine si è arrivati allo schema di decreto che è stato portato ieri in consiglio dei ministri. Dove si legge che la procedura di privatizzazione «avrà ad oggetto la totalità del capitale di Tirrenia».
«Il Governo - afferma Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato - ha agito in ossequio a direttive Ue, che non consentono di fare diversamente. Mi auguro che questa opportunità possa essere colta da imprenditori validi, che in Italia ci sono».
Il documento precisa, tra l'altro, che l'alienazione della partecipazione del ministero dell'Economia «viene effettuata mediante ricorso a procedura competitiva, trasparente e non discriminatoria» ed è «comprensiva anche delle partecipazioni totalitarie detenute dalla stessa società nelle società marittime regionali».
Il decreto cita il rapporto consegnato da Credit Suisse, advisor dell'Economia per Tirrenia, il 4 novembre 2008; e spiega che la privatizzazione va fatta «al fine di massimizzare l'introito della cessione e di garantire la stabilità dell'assetto proprietario ed industriale della società», che svolge un «servizio di pubblica utilità». Nel testo si richiama, inoltre, l'impegno del Governo «ad adottare adeguate misure di salvaguardia dei livelli occupazionali e di tutela nei confronti dei dipendenti del gruppo». Viene, poi, chiarito che ai potenziali acquirenti sarà richiesta «la presentazione di un piano industriale la cui coerenza con le convenzioni di servizio pubblico dovrà essere verificata dal venditore».