I prezzi al dettaglio sono crollati in Gran Bretagna nei primi mesi dell'anno in corso fino a far scendere l'indice di riferimento al livello negativo del -0,4% e comportando così, di fatto, l'ingresso del Paese in deflazione, per la prima volta dal 1960.
Dopo un totale appiattimento del Rpi (Retail price index) raggiunto nel corso di febbraio, infatti, l'indice è arrivato in marzo a perdere lo 0,4% su base annua, evidenziando chiaramente come nelll'economia inglese si stia registrando il più grave periodo di recessione a partire dalla seconda guerra mondiale.
Sceso anche il Cpi (Consumer price index), l'indice che misura l'inflazione dei prezzi al consumo, che passa dal 3,2% al 2,9%. Bank of England ha stimato una riduzione del livello di inflazione nei prossimi anni, con valori che dovrebbero avvicinarsi allo zero entro il 2011.
Ma per l'Rpi poteva andare molto peggio, almeno a giudicare dai giudizi espressi in quesi giorni da numerosi analisti europei. Per Colin Ellis, economista della Daiwa Secuirtiies, un aggravamento nell'andamento dell'indice dei prezzi al dettaglio è solo rimandato: «Il record negativo riferibile all'indice Rpi registrato a partire dal secondo dopoguerra risale al giugno del '59, quando si scese al -0,8%. Ma su questi fronte si tratta solo di una questione di tempo: si toccheranno presto nuovi record». «L'indice dei prezzi al datteglio è stato trascinato in basso dal costante declino del mercato ipotecario». sostiene Ellis. «Molti proprietari di case hanno assistito una continua discesa delle rate dei loro mutui dopo lo storico taglio dei tassi - portati allo 0,5% - operato da Bank of England. Ma sono certamente scesi i prezzi di pane, prodotti ortofrutticoli e in quello dei trasporti pubblici».