Più che una "bella addormentata" l'economia mondiale è un paziente in sala rianimazione. E il risveglio non attende tanto un principe azzurro quanto una messe corposa di stimoli interni ed esterni.
In questi mesi i riflettori sono stati puntati sugli stimoli esterni: quelli messi in opera dalla politica economica. E non vi è dubbio che questi sono non solo utili ma indispensabili. Nella Santabarbara delle politiche di supporto le polveri non sono bagnate: le misure adottate sono grosse e appropriate, sia per le politiche monetarie che per le politiche di bilancio (anche se alcuni Paesi, fra cui l'Italia, sono stati costretti dalla "palla al piede" del debito pubblico a rimanere fermi sulla strada del rilancio). Ma non vi è neanche dubbio che esistono anche stimoli interni, meccanismi di ripresa che vengono generati all'interno del sistema economico.
Una analogia appropriata è quella del corpo umano. La malattia abbisogna di medicine. Ma oltre a questo "pronto soccorso" esterno vi sono anche le difese naturali dell'organismo, dagli anticorpi alle endorfine e ad altre secrezioni benefiche. Per esempio, nel corpaccio dell'economia i prezzi delle attività, dalle azioni alle case, oscillano più ampiamente dei redditi o della ricchezza, e nella fase di discesa creano opportunità di acquisto. I "buoni affari" rinsaldano la fiducia e confortano una voglia di spesa che apre la strada alla ripresa.
Anche i prezzi dei beni e servizi (incluso il prezzo del lavoro) scendono e ricreano le convenienze perdute. E l'inversione del ciclo delle scorte produce un sia pur temporaneo stimolo all'attività.
Abbiamo presentato in queste due pagine alcuni segnali di risveglio, colti nelle varie aree del mondo dagli Usa alla Cina, dall'Italia alla Russia. A questi segnali positivi se ne potrebbero contrapporre (e sono anche più numerosi e più diffusi) tanti altri negativi. Ma l'importante è notare che nella notte dell'economia cominciano ad apparire alcuni chiarori. Con la speranza che si tratti dell'alba e non di luminescenti miraggi.