Le liberalizzazioni. E le pensioni. In quest'anno di crisi, sono stati argomenti in secondo piano. Tutti concentrati sul capire le ragioni del crollo dei mercati e come arginarne le conseguenze drammatiche sull'economia reale. La caduta del Pil, la produzione e gli ordini a picco delle imprese, hanno messo in primo piano l'emergenza del credito al sistema imprenditoriale e degli ammortizzatori sociali.
Ma i problemi profondi del Paese, quelli che negli ultimi anni ci hanno condannato a crescite striminzite, molto più basse degli altri partner europei, sono ancora irrisolti.
E la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, li ha ritirati fuori nel discorso all'assemblea annuale: un welfare sbilanciato sulle pensioni, un'età pensionabile troppo bassa, un nuovo statalismo municipale. Anzi, per gli enti pubblici locali, ha detto la Marcegaglia, il Governo ha addirittura ridotto il grado di concorrenza che era stato faticosamente raggiunto, a causa di parte della sua maggioranza.
La crisi è ancora in atto, il peggio è passato, ma risalire la china, secondo la presidente di Confindustria, sarà una strada lunga e difficile. Bisogna cominciare ad agire su due versanti: continuare a fronteggiare i problemi contingenti, ma guardare al futuro. Lo dicono i numeri: con il passo lento che la crescita italiana ha avuto, si potrà tornare ai livelli pre-crisi solo nel 2013. Troppo tardi.
Nel Governo, però sta prevalendo la cautela. Specie sulle pensioni: «Le riforme si faranno nei tempi e con le persone giuste», ha detto Giulio Tremonti, ministro dell'Economia. «Stiamo valutando la sostenibilità del sistema pensionistico, non parliamone inutilmente», è il commento di Maurizio Sacconi, ministro del Welfare. A dire sì, la Cisl di Raffaele Bonanni, mentre arriva qualche apertura dall'Ugl di Renata Polverini. Certo, ci sono le elezioni europee e l'argomento non porta consensi.
Sarebbe però peggio condannare l'Italia a una crescita zero anche in futuro, quando gli altri riprenderanno se non a correre, per lo meno a camminare speditamente.