L'Enel ha identificato alcuni siti candidati a ospitare le centrali nucleari in Italia che potrebbero entrare in produzione già a partire dal 2018. Lo ha affermato l'amministratore delegato Fulvio Conti che ha visitato, insieme al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, la centrale nucleare slovacca di Mochovce, dove il gruppo italiano investirà 2,7 miliardi di euro entro il 2013 per la realizzazione delle unità 3 e 4. «I nostri tecnici - ha dichiarato Conti - stanno già lavorando per l'individuazione dei siti, alcuni dei quali sono già stati identificati», attraverso studi di fattibilità condotti dal gruppo, in attesa di conoscere i criteri che verranno dettati dai decreti attuativi. Su quali siano questi siti, l'ad di Enel ha mantenuto il massimo riserbo: «Li teniamo chiusi in cassaforte», ha affermato. L'obiettivo è quello di iniziare la cantierizzazione «entro il 2013» mentre «i tempi tecnici per la costruzione possono richiedere dai quattro ai cinque anni. In questo calendario ideale - ha aggiunto Conti - se ci trovassimo nel 2013 a mettere la prima pietra, l'ultima potrebbe arrivare nel 2018 e quindi la produzione potrebbe iniziare in quella data».
Scajola: «Se necessario, il Governo è pronto a esercitare poteri sostitutivi»
Sulla costruzione delle centrali nucleari si è espresso anche il ministro Scajola, spiegando che il Governo è pronto a esercitare poteri sostitutivi se mancherà la condivisione con gli Enti Locali. «I siti nucleari - ha spiegato Scajola - saranno considerati di interesse strategico per il Paese. Se non ci sarà la condivisione, il Governo potrà in via eccezionale utilizzare strumenti sostitutivi previsti dalla Costituzione a difesa dell'interesse generale del Paese». Scajola ha poi rivendicato l'importanza del ritorno al nucleare, definendolo una «sfida imponente nell'interesse dell'Italia» e ha portato come esempio gli Stati Uniti: «Proprio l'America di Obama, con una lungimiranza che riporta all'era kennediana, appena insediato, ha fatto partire quattro centrali nucleari». Troppo spesso, ha aggiunto Scajola, piccole minoranze hanno «esercitato un diritto di veto sulle grandi maggioranze», ponendo l'Italia in una dimensione di «arretratezza». Comunque, ha spiegato il ministro, i tempi per arrivare a scelte condivise ci sono e la stessa scelta del ddl lo dimostra. Tutti i provvedimenti, poi, «passerano alla conferenza Stato-Regioni».
Entro sei mesi dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, ha aggiunto Scajola, «saranno adottati i criteri per la localizzazione degli impianti, saranno individuati i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, quelli compensativi per i territori, e i requisiti per lo svolgimento delle attività di costruzione, oltre al varo dell'Agenzia per la sicurezza nucleare».