Primo giorno di lavoro, impiegati convocati per le 8 e operai alle 14, ma i cancelli della fabbrica restano chiusi, perché la produzione non riprenderà. È successo oggi nello stabilimento di Ascoli Piceno della Manuli Rubbers Industries (tubi idraulici), che il 3 agosto scorso aveva messo in mobilità tutti i 375 dipendenti.
A comunicare al vice prefetto che l'azienda non intende riprendere l'attività è stato l'amministratore delegato. La chiusura però, nelle intenzioni dell'azienda che il 3 agosto ha messo in mobilità 375 dipendenti, è destinata ad essere definitiva. In un incontro in prefettura, convocato dalle istituzioni locali, il responsabile del personale del gruppo Roberto Grandi ha ribadito al presidente della Provincia Piero Celani, al sindaco Guido Castelli e ai delegati della Rsu che la Manuli entro ottobre chiuderà l'intero settore dei tubi idraulici, mantenendo solo quello Oil Marine per i tubi destinati alla conduzione del petrolio e che occupa una quarantina di dipendenti.
Il taglio riguarda i 375 operai della fabbrica ascolana, ma fa parte di una politica complessiva di ridimensionamento dei 32 stabilimenti della Manuli nel mondo che porteranno la forza lavoro del gruppo da 3.000 a 1.600 unità. Un ridimensionamento dovuto alla crisi mondiale che riguarda un settore privo di commesse in Europa.
Unico spiraglio, «la più ampia disponibilità» dell'azienda ad utilizzare gli ammortizzatori sociali. Grandi ha prospettato la cassa integrazione straordinaria, il presidente della Provincia ha suggerito quella ordinaria per due anni. «Purtroppo siamo davanti ad una freddissima, ma puntuale analisi economica» ha commentato il vice prefetto Marisa Marchetti. Se ne saprà di più nell'incontro del 4 settembre a Roma, presso la Confindustria nazionale: un appuntamento che servirà «a riallacciare i rapporti sindacali e vedere come gestire la drammatica situazione» ha osservato Filippo Quaglietti, delegato dell'Ugl nella Rsu.
Dall'annuncio della mobilità, infatti, ricorda Giuseppe Tomassini, della Cgil, «non ci sono stati più contatti con l'azienda, neppure la comunicazione che oggi la fabbrica non avrebbe riaperto». Intanto, nel pomeriggio è proseguito il sit in dei dipendenti davanti allo stabilimento.