Il Pil italiano arretra del 6% su base annua anche nel secondo trimestre del 2009. Lo comunica l'Istat, spiegando che ad aprile-giugno il Pil (corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato) è diminuito del 6% rispetto allo stesso periodo del 2008, segnando la stessa flessione del primo trimestre di quest'anno (-6%), quando ha segnato il dato più negativo dal 1980, anno d'inizio della serie storica.
Rispetto ai primi tre mesi del 2009 invece - aggiunge l'istituto di statistica - il Pil è calato dello 0,5%, un dato migliore del -2,7% congiunturale del primo trimestre (cifra rivista al ribasso dal -2,6% indicato a giugno). I dati diffusi oggi, precisa l'Istat, sono una stima preliminare, mentre quelli definitivi saranno resi noti il 10 settembre con i Conti economici trimestrali.
Dopo i dati sull'andamento del Pil nei primi due trimestri dell'anno, la crescita "acquisita" per il 2009 diventa negativa del 5,1 per cento. La crescita acquisita, chiarisce l'istituto di statistica, è quella che si otterrebbe a fine anno «con una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri». Nel Dpef, invece, il governo ha previsto per il 2009 un calo del prodotto interno lordo pari a -5,2 per cento. Obiettivo raggiungibile - quindi - solo se i due prossimi trimestri saranno perlomeno non negativi.
Rispetto al calo congiunturale del Pil dello 0,5% nel secondo trimestre, il direttore del Centro studi di confindustria Luca Paolazzi sottolinea che «si tratta di un dato migliore di quello che ci aspettavamo, al di là del dato negativo sulla produzione industriale di giugno. Le nostre attese, sul secondo trimestre, erano per una discesa dello 0,7 per cento. Per il terzo trimestre ci aspettiamo un piccolo segno positivo e per il 2009 restano confermate le nostre stime di un calo del Pil del 4,9%». Anche se «il quadro comunque resta molto grave», conclude l'esperto. (Al.An.)