Un nuovo progetto per ampliare la presenza di impianti fotovoltaici in Italia e incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. I protagonisti sono la società di sviluppo Renit Srl con il proprio advisor tecnico Modena Project & Engineering Srl del gruppo Programma Energia, incaricati di progettare fino a 100 megawatt di impianti fotovoltaici, più di 120 milioni di Kwh di produzione annua attesa. «Al momento abbiamo in Italia un incarico professionale per individuare aree idonee, progettare impianti a terra e a tetto e perfezionare l'iter autorizzativo per una potenza complessiva di 100 megawatt. Stiamo ragionando su un ampliamento dell'incarico per altri 50 Mwe», spiega Andrea Lugli, ad di Modena Project & Engineering Srl. Il che significa, in termini di risparmio per l'ambiente, circa 60 mila tonnellate annue di anidride carbonica non immesse in atmosfera. Quanto all'investimento economico si tratta di oltre 350 milioni di euro. «Le dimensioni del progetto sono notevoli e sarebbero addirittura poco credibili, per l'intensità dell'onere economico, se non fosse supportato da operatori di spessore quali Renit e i partners internazionali con cui ha chiuso accordi», prosegue Andrea Lugli. Tra gli investitori coinvolti, spiccano infatti alcuni nomi come quello di Deutsche Bank, Alerion e altri fondi di investimento internazionali. Il progetto, terminata la fase di start up, è ora entrato ufficialmente nella piena operatività: dovrà infatti essere completato entro il 31 dicembre 2010, con una potenza installata che, per dare l'ordine di grandezza, corrisponde al fabbisogno elettrico annuale di oltre trentamila famiglie. Per 32 dei 100 megawatt la procedura è già in fase avanzata. «Si tratta per la maggior parte di impianti a terra, con una taglia da uno a quattro megawatt. - spiega Andrea Lugli - Una forte concentrazione degli impianti sarà in Abruzzo e Molise, qualche campo in Puglia, due in Basilicata e due in Emilia Romagna. In questo caso si tratta però di impianti a tetto». Altri 80 megawatt, spiega Lugli, sono «in fase di screening e sviluppo. Prevediamo un tasso di mortalità fino al 10-15%».