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La Commissione detta le regole per scovare i nuovi parametri

di Maria Adele Cerizza

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21 settembre 2009

Il Pil non è stato concepito per essere uno strumento di misura del benessere (vedi scheda in alto) ed è giudicato un indicatore economico sempre meno esaustivo. Esso, infatti, non tiene conto di vari problemi cruciali per la qualità della nostra vita, quali un ambiente sano, la coesione sociale o la misura della felicità individuale. Questo aspetto è ancor più problematico se il Pil viene considerato la sola misura del progresso. Attualmente, infatti, non esiste un indicatore ambientale globale che possa essere associato al Pil. È evidente l'esigenza di modificare il calcolo del progresso nazionale integrando il Pil al fine di orientare le nostre scelte politiche verso uno sviluppo "verde" e una società inclusiva, a bassa emissione di carbonio ed efficiente nell'uso delle risorse.

La Commissione europea l'ha ribadito – in occasione di un seminario tenutosi a Bruxelles lo scorso 8 settembre – con una comunicazione intitolata "Non solo Pil: misurare il progresso in un mondo in cambiamento". Essa individua varie misure che si possono prendere nel breve e medio termine per elaborare indicatori più completi che forniscano una base di conoscenze più affidabile per una migliore definizione delle scelte politiche.
Una misura unica per l'ambiente – sottolinea il documento – contribuirebbe a promuovere un dibattito pubblico più equilibrato sugli obiettivi della società. Candidati quasi a pari livello a svolgere tale funzione sono l'impronta ecologica e quella del carbonio, ma il loro campo di applicazione è limitato. Poiché le metodologie per elaborare dati e indici compositi sono ormai sufficientemente mature, i servizi della Commissione intendono presentare nel 2010 una versione-pilota di un indice della pressione ambientale. Questo indice rispecchierà l'inquinamento e altri danni ambientali all'interno del territorio della Ue al fine di valutare i risultati dell'impegno in materia di protezione dell'ambiente.

Un calo del valore dell'indice significherà che si stanno compiendo progressi in tal senso. L'indice incorporerà gli aspetti più importanti della politica ambientale: mutamenti climatici e consumi di energia; natura e biodiversità; inquinamento atmosferico e ripercussioni sulla salute; utilizzo e inquinamento delle acque; produzione di rifiuti e uso delle risorse. La comunicazione della Commissione "Non solo Pil" illustra cinque azioni che rappresentano il prossimo passo pratico per andare al di là del Pil:
- nel 2010 sarà presentata una versione-pilota di un indice ambientale globale che consentirà di valutare il progresso compiuto nei principali settori della politica e della tutela ambientali;
- la Commissione svilupperà informazioni a sostegno delle decisioni politiche quasi in tempo reale;
- saranno elaborate relazioni più accurate su distribuzione e diseguaglianze;
- la Commissione svilupperà una tabella europea per valutare lo sviluppo sostenibile;
- la Commissione prevede di estendere i conti nazionali alle questioni ambientali e sociali.

La riflessione su come integrare il Pil è in gestazione da qualche anno. Nel novembre 2007 la stessa Commissione, insieme al Parlamento europeo, al Club di Roma, al Wwf (World Wildlife Fund) e all'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con sede a Parigi), aveva organizzato la conferenza "Beyond Gdp" (Al di là del Pil). In quell'occasione i responsabili politici e gli esperti di problemi economici, sociali e ambientali si erano detti a favore dell'elaborazione d'indicatori a complemento del Pil che potessero fornire dati più esaustivi a sostegno delle decisioni politiche.

Anche le istituzioni nazionali e internazionali si sono attivate a esplorare diverse strade. Il Programma di sviluppo dell'Onu (Psnu) ha elaborato un Indice di sviluppo umano (Hdi) per poter effettuare un'analisi comparativa dei paesi sulla base del calcolo combinato di Pil, sanità e istruzione. Col suo calcolo dei risparmi reali, la Banca mondiale è stata pioniera nell'includere gli aspetti sociali e ambientali nella valutazione dello stato di salute delle nazioni. L'Ocse conduce il "Global Project on Measuring the Progress of Societies" (Progetto globale su come misurare il progresso delle società) che promuove l'uso di nuovi indicatori in maniera partecipativa. Diverse Ong, infine, misurano la "impronta ecologica", una misura che alcune autorità pubbliche hanno formalmente riconosciuto come un obiettivo in materia di progresso ambientale.

21 settembre 2009
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