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Epifani: «Affrontare la crisi più uniti»

dall'inviato Piero Fornara

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6 SETTEMBRE 2009

Disoccupazione e Sud saranno i problemi dell'autunno per il segretario generale della Cgil, che auspica «un clima diverso nei tavoli di trattativa delle categorie»


CERNOBBIO – Per Guglielmo Epifani «conviene a tutti affrontare la crisi più uniti». Questa la risposta del segretario generale della Cgil, a margine del workshop Ambrosetti alla Villa d'Este di Cernobbio, a chi gli chiedeva quale sia la posizione del sindacato rispetto alla proposta lanciata dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia di un "progetto paese" che unisca le forze sociali. «Abbiamo un interesse comune, tra noi e le imprese, a chiedere che non si licenzino i lavoratori, non si chiudano le aziende, che ci sia meno fisco sulle buste paga dei lavoratori: questo è un problema di grande giustizia sociale, che va affrontato». Poi – ha continuato – abbiamo un tema che ci divide, cioè il modello contrattuale: noi abbiamo avanzato delle critiche, aspetto che rispetto alle nostre osservazioni, Confindustria rifletta e faccia qualche passo in avanti». Già di prima mattina, al tavolo della colazione a Villa d'Este, c'era stato un incontro riservato tra Emma Marcegaglia e il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani. Il clima è sembrato rilassato e la discussione fitta al tavolo dov'erano seduti anche il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli e il vice presidente dell'associazione Alberto Bombassei.

Per Epifani i problemi dei prossimi mesi in Italia saranno la disoccupazione e il Mezzogiorno: «Ho molto apprezzato l'invito del presidente della Repubblica – ha detto al workshop Ambrosetti– perché in effetti la stagione che si apre, l'autunno e l'inverno, avranno un tema al centro che è la difesa dell'occupazione; vi aggiungo io anche il tema del Mezzogiorno, perché è dove possiamo avere le conseguenze più durature anche sul futuro del Paese».
Epifani spera che in materia di contratti, ai tavoli di categoria, «si possa tenere conto» dell'opinione della Cgil. «Confindustria sa quali sono le nostre critiche, le nostre osservazioni»: sull'argomento, tra l'associazione degli industriali e il sindacato, ha spiegato, «ci sono delle differenze perché quel modello non risponde alle esigenze di una contrattazione che possa estendersi al secondo livello e alla difesa di un contratto nazionale, fondamentale per dare coesione e unità al tema dei diritti dei lavoratori italiani. Da questo punto di vista - ha sottolineato - io spero che nei tavoli di trattativa delle categorie possano esserci quelle aperture che possano consentire un clima diverso. Questo lo diranno i fatti. Non possiamo basarci sulle parole».

Il segretario della Cgil ha inoltre sollecitato il Governo a lavorare per la regolamentazione dei mercati finanziari. «Il tema di fondo non è il bonus dei banchieri», ha spiegato a margine del workshop Ambrosetti. «L'importante è che il governo affronti il tema di dare il suo contributo alla regolamentazione dei mercati finanziari globali: Pittsburgh è fra tre settimane, non si può chiudere il G-20 senza passi avanti sul tema che ha originato questa crisi, altrimenti tutto il resto rischia di essere un diversivo;
il tema di fondo non è il bonus dei banchieri, che ovviamente va risolto, ma se si riesce a dare o meno a livello globale una diversa regolamentazione per evitare nel futuro speculazioni con conseguenze sulla condizione delle persone e della produzione gravi come quelle che stiamo vivendo. Spero che il governo spinga in questa direzione».

6 SETTEMBRE 2009
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