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François Fillon: «L'Europa ha i mezzi, deve agire di più contro la crisi»

dall'inviato Piero Fornara

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5 settembre 2009

CERNOBBIO – È un'Europa capace di coordinare le sue politiche economiche quella che vede il primo ministro francese, François Fillon. «L'Unione europea – ha detto parlando al workshop Ambrosetti in corso alla Villa d'Este di Cernobbio – dispone di più mezzi di quanto si possa credere in generale. Ciò che manca è la volontà politica di agire, e credo che la nostra presidenza abbia saputo accettare la sfida di dargliela». In questo contesto di crisi, secondo il primo ministro «abbiamo tutti i mezzi per una crescita in Europa. Non dobbiamo avere paura di utilizzarli, in modo deciso e collettivo». La Francia – ha messo in rilievo Fillon – ha deciso di individuare i settori strategici che porteranno la futura crescita e di concentrare su questa i sui mezzi. Abbiamo fiducia in tutto ciò che le nostre politiche pubbliche possono fare a favore della ricerca, dell'innnovazione, dell'insegnamento superiore».

Tre sono le direttrici indicate da Fillon su cui lavorare: risanamento delle finanze pubbliche («altrimenti rischiamo di confrontarci con una spirale di indebitamento che ci toglierà a breve ogni controllo sul nostro destino»); innovazione e ricerca, e un nuovo orientamento delle politiche comunitarie. «La strategia di Lisbona – ha osservato – era un bel progetto, ma bisogna riconoscere il suo fallimento al momento di ridefinire il nostro metodo. Insisteva sul coordinamento delle politiche degli Stati, ma non sollecitava abbastanza le politiche comunitarie a contribuire alla strategia economica europea». Le tavole rotonde settoriali non hanno portato ad azioni concrete «perchè a Bruxelles – ha spiegato – manca la capacità di coordinamento e follow up. La nuova Commissione dovrà occuparsene». Fillon ha parlato soprattutto di coordinamento delle politiche commerciali. «La prosperità europea è costruita su un mercato interno forte, ma anche sull'apertura di mercati internazionali. Le tentazioni protezionistiche – ha rimarcato – sarebbero un suicidio, ma l'apertura dei mercati deve essere reciproca».

Una crescita economica «molle» mette a rischio il modello sociale europeo. «Se è vero che le prospettive economiche migliorano a breve termine, grazie ai vari piani di rilancio, le previsioni più a lungo termine – ha affermato – non sono favorevoli all'Europa, con una crescita del Pil nel 2010 dell'1%, rispetto al più 2% negli Stati Uniti e più del 4% in Asia. E con questa crescita molle, non potremo preservare il modello sociale europeo, né ridurre il nostro debito pubblico». «Il rischio sistemico che pesa sul sistema finanziario è tutt'altro che sparito: gli errori, denunciati da tutti sei mesi fa, sono riemersi, in particolare, la concessione sproporzionata di retribuzioni che favoriscono la presa di rischi eccessivi. Ci sono iniziative in materia di regolazione e supervisione a livello europeo:tutti i partner del G-20 devono applicare la regolazione e la supervisione su bonus e retribuzioni ai banchieri, che li incentivano a prendere troppi rischi». Fillon ha voluto ribadirlo a Cernobbio dopo l'invito lanciato venerdì al G-20 di Londra dal ministro dell'Economia francese Christine Lagarde.


5 settembre 2009
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