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Sit-in di protesta contro Unicredit per il prestito mancato. L'istituto: dati di bilancio tutti negativi

di Orazio Vecchio

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29 settembre 2009

Da Piazza Castello, qual è il nome dell'impresa di Brolo nel Messinese, a Piazza Cordusio a Milano, dove si trova la sede centrale di Unicredit, per uno sciopero della fame e un sit-in contro un prestito mancato. La singolare protesta è quella di Giuseppe Pizzino, titolare della camiceria siciliana proprietaria del brand Camicie Castello, che lamenta ripetuti no dall'istituto bancario a una sua richiesta di finanziamento, ritenuto fondamentale per garantire la sopravvivenza dell'impresa. Ma il gruppo bancario sostiene che non potrà erogare il credito all'imprenditore finché non ce ne saranno le condizioni. E ancora queste non ci sono.

Pizzino, a capo di un gruppo che occupa 300 addetti e fattura 20 milioni di euro l'anno, sostiene di avere bisogno di denaro per investire: «Abbiamo chiesto un finanziamento per attuare un piano di investimenti, non per ripianare passività pregresse. Abbiamo presentato – sottolinea – un progetto di rilancio e richiesto tre milioni di euro, garantiti da beni immobili, destinati a realizzare un nuovo impianto industriale tecnologicamente all'avanguardia. Questo consentirebbe non solo di mantenere gli attuali livello occupazionali, ma di assumere altre 60 persone». Il finanziamento servirebbe ad acquistare moderni macchinari, in grado di abbattere i costi di produzione del 15% e rendere dunque i prodotti più competitivi sul mercato. Pizzino chiede a Unicredit di «valutare la sostenibilità del progetto», ammettendo tuttavia che il 2008 è andato male, «com'è però successo ovunque».

Ma sono proprio i bilanci dell'anno scorso a indurre Unicredit a valutare negativamente l'istanza dell'imprenditore: «Non ci è possibile allo stato attuale concedere il nuovo finanziamento richiesto – si legge in una nota dell'istituto bancario – in quanto i bilanci 2008 evidenziano strutturalmente per entrambe le aziende margine operativo lordo negativo, risultato economico negativo e patrimonio netto negativo. Situazione che riscontriamo per la controllata anche nel bilancio 2007». «Siamo ben consapevoli della gravità e della delicatezza della situazione, anche per le eventuali possibili ricadute sulle numerose famiglie coinvolte. Dobbiamo tuttavia sottolineare – scrive ancora Unicredit – che è nostra precisa responsabilità, nell'impiegare il risparmio affidatoci dai nostri clienti, finanziare aziende che siano in grado di portare avanti attività sostenibili nel tempo e capaci di generare flussi positivi. Di conseguenza non possiamo mettere a disposizione il credito qualora non ne ricorrano le condizioni, mettendo così a rischio i depositi dei nostri correntisti».

Nei giorni scorsi, un invito al dialogo era arrivato alla banca anche da Raffaele Lombardo, presidente della Regione Siciliana socio con lo 0,6% della holding lombarda, che ha affermato di condividere le strategie del management di Unicredit per rafforzare il patrimonio del gruppo, facendosi al contempo «portavoce dell'imprenditore Pizzino del gruppo Castello Spa per il mancato prestito di 3 milioni di euro».

29 settembre 2009
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