Questione di prezzo? Può darsi. La verità è che la crisi non risparmia lo champagne, il prodotto immagine della grandeur francese. Il vino che non deve mancare mai nelle occasioni che contano, quando si suggella un affare o in occasione di un tête-à-tête a lume di candela, ha problemi di vendita.
Le cave di Epernay e Reims sono stracolme di bottiglie invendute. E allora che fare, con l'uva matura sulle piante? Il rimedio è ridurre di un terzo la vendemmia, abbattendo la produzione di quest'anno a 260 milioni di bottiglie e regalando su un vassoio d'argento il primato allo spumante made in Italy. Che ne fa 328 milioni, di cui la metà venduta all'estero.
La questione del sorpasso è però un'altra. Certo, i tempi cambiano, la crisi non dà tregua. Ma i consumatori non sono disposti a rinunciare alle buone maniere, stappando una buona bottiglia di vino con le bollicine. E se Wall Street non aiuta, beviamoci sopra. Italiano, naturalmente: lo spumante costa meno e ha tutto per poter celebrare l'attimo vincente.