Continua a crescere la fiducia delle imprese manifatturiere italiane. L'indice Isae considerato al netto dei fattori stagionali si attesta a novembre a 78,8 (da 77,4), il valore più elevato dal settembre 2008. L'aumento è dovuto al recupero delle attese a breve termine sulla produzione e al miglioramento dei giudizi sullo stato attuale della domanda (soprattutto estera); le scorte restano al di sotto dei valori considerati normali.
Gli imprenditori sono invece leggermente più pessimisti circa la tendenza della situazione economica generale del Paese e dell'occupazione. L'indice aumenta in tutti i comparti, anche se con diversa intensità: la crescita è più forte nei beni di consumo (da 83 a 85) e più modesta invece negli intermedi (da 76,1 a 77,6) e nei beni di investimento (da 69,1 a 70,2). Differenze più marcate emergono a livello territoriale: l'indice migliora nel Nord Est (da 72,7 a 75,9), cresce leggermente al Centro (da 80,5 a 82,4) e nel Nord Ovest (da 79,4 a 80,1) e diminuisce invece nettamente nel Mezzogiorno (da 80,0 a 77,1).
Sul mercato del credito, diminuiscono leggermente i segnali di razionamento, ma cala anche la domanda di finanziamento da parte delle imprese. Secondo le consuete domande semestrali sull'attività d'investimento, le imprese stimano una contrazione della spesa per beni capitali sia per il 2009 sia in previsione per il 2010.
A novembre, torna a cresceren anche la fiducia dei commercianti. L`indicatore sintetico, considerato al netto della componente stagionale, sale da 93,8 a 102. Forte ottimismo emerge, in particolare, dal lato del volume futuro delle vendite e decisamente positive appaiono anche le indicazioni circa l`andamento corrente degli affari. In ulteriore accumulo sono giudicate, però, le giacenze di magazzino.
Rispetto alla rilevazione precedente, le imprese si dichiarano decisamente ottimiste riguardo al volume degli ordini, pur confermando, al contempo, la loro preoccupazione circa il livello futuro dell`occupazione. Sul fronte dei prezzi, sono valutate in accelerazione le tensioni inflazionistiche sia correnti che future. La fiducia migliora con particolare intensità nella grande distribuzione.