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Beni culturali. Dai tagli alla burocrazia risparmi per 166 milioni

di Antonello Cherchi

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27 novembre 2009
Il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, a sinistra, con il responsabile della Funzione pubblica, Renato Brunetta (Imagoeconomica/Pierpaolo Scavuzzo)


Semplificazione degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, in modo da arrivare a garantire un risparmio di 166 milioni di euro l'anno. Minori spese di cui beneficeranno sia gli imprenditori sia lo stesso ministero dei Beni culturali. La sforbiciata è stata promessa dal responsabile della Funzione pubblica, Renato Brunetta, e dal suo collega ai Beni culturali, Sandro Bondi, che questa mattina hanno presentato il piano per ridurre del 27% i costi che soprattutto le piccole e medie imprese devono sopportare per lavorare nel campo della cultura.

Il progetto taglia-costi fa perno su un significativo ricorso alle nuove tecnologie e a una razionalizzazione delle procedure amministrative. Ci si è, infatti, resi conto che il ministero dei Beni culturali soffre della mancanza di una modulistica standardizzata e della possibilità, da parte dell'impresa, di fare ricorso all'online per istruire e mandare avanti una pratica. Ciò costringe a servirsi della carta, con esborsi più alti e tempi di attesa più lunghi. A tali disfunzioni si deve poi aggiungere il fatto che la documentazione tecnica richiesta dal ministero al privato è spesso ridondante.

Intervenendo sulla semplificazione della modulistica e servendosi della telematica per dialogare, si punta – hanno spiegato Brunetta e Bondi – a garantire un risparmio di 144 milioni, a cui aggiungere minori costi per 22 milioni assicurati dallo snellimento delle procedure amministrative. Nel dettaglio, 37 milioni di risparmi (il 19% in meno dei costi attuali) arriveranno dalla semplificazione delle procedure per la richiesta di autorizzazioni e interventi da parte dei privati nell'area dei beni culturali, 95 milioni (-43%) da quella per gli interventi conservativi, 4,5 milioni (-20%) dalla razionalizzazione dell'iter delle domande per affiggere manifesti e cartelloni pubblicitari e quasi 30 milioni (-17%) da quella delle pratiche per le autorizzazioni paesaggistiche.

Il taglia-costi nei beni culturali diventerà operativo da giugno dell'anno prossimo e si andrà ad aggiungere ad analoghe iniziative prese in altri settori (lavoro, previdenza, prevenzione incendi) per i quali è stato calcolato un risparmio di 5,5 miliardi di euro, che diventeranno 13 quando la manovra andrà a regime nel 2012 e potrà contare sulla potatura delle spese anche in altri settori, tra i quali il fisco, l'ambiente, gli appalti.

L'operazione prende le mosse dal decreto legge 112/2008, che ha imposto alle amministrazioni – in linea con gli impegni presi in sede comunitaria – di ridurre di almeno il 25% gli oneri amministrativi. Il piano di tagli, coordinato dal ministero della Pubblica amministrazione, e il raggiungimento degli obiettivi saranno poi monitorati dalle amministrazioni di settore e dai rappresentanti degli imprenditori (Confindustria, Confartigianato, Confcommercio e Cna).

27 novembre 2009
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