«Sono tanti anni che stavamo indietro: sembrava che altri fossero pecore bianche e noi quella nera per usare un linguaggio scozzese. Non è così. Stiamo andando nella media dei grandi paesi, nella media dell'Europa. Il tempo è stato galantuomo, dobbiamo insistere». Così il ministro dell'Economia Giulio Tremonti commenta i dati forniti oggi dall'Ocse, in occasione del G20 finanziario in Scozia. Dopo la più lunga e pesante recessione dal dopoguerra, le principali economie industrializzate si preparano al rimbalzo. E dall'Italia - secondo l'Ocse - arrivano i segnali più forti di un'attività economica che vuole risalire la china. «Essere nella media dei grandi paesi europei «è già buono per l'Italia», sostiene Tremonti. «Altri avevano le economie drogate dalle carte di credito e dalle bolle finanziarie. Noi andavamo avanti con la manifattura», aggiunge il titolare di via XX Settembre, che richiama anche i rischi di una possibile nuova crisi con «una Borsa troppa alta e derivati pericolosissimi che stanno ripartendo», non in Italia ma in altri paesi dove «c'è troppa liquidità nelle banche e poca liquidità e pochi soldi dalle banche alle imprese». Poi rafforza il concetto: «Altri devono controllare di più, noi in Italia lo abbiamo fatto abbastanza bene».
Il ministro ha anche incontrato gli studenti dell'Università di St. Andrews, la più antica e prestigiosa della Scozia, per una conversazione informale che ha toccato tutti i temi dell'attualità economica. Tremonti si è seduto in aula in maniche di camicia, poco prima di recarsi alla cena di lavoro dei ministri finanziari del G20, e dopo una breve prolusione, ha dialogato con gli universitari a 360 gradi, toccando i temi della presidenza italiana del G8, della crisi finanziaria, del G20, dell'università e delle regole contro nuove crisi globali. Alla fine, brindisi con vino italiano e patatine fritte scozzesi.
