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Moratoria per un'azienda su due

di Carmine Fotina

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5 Dicembre 2009

È partito con un buon passo l'accordo per la sospensione dei pagamenti delle pmi nei confronti di banche e intermediari finanziari. I primi risultati giungono da un monitoraggio condotto da Confindustria sulle operazioni realizzate al 31 ottobre 2009. All'indagine hanno risposto circa 2mila pmi, di cui il 71% di piccola dimensione (fino a 50 dipendenti). L'81% delle piccole imprese intervistate ritiene che l'Avviso comune, firmato lo scorso 3 agosto da Confindustria, ministero dell'Economia, Abi e le altre organizzazioni imprenditoriali, rappresenti uno strumento efficace nell'attuale situazione di crisi. L'Avviso definisce le misure per la sospensione dei pagamenti relativi a finanziamenti bancari a medio-lungo termine (mutui), operazioni di leasing e crediti a breve termine in essere al 3 agosto 2009. Inoltre, con l'Avviso (al quale hanno aderito 555 banche che rappresentano il 95% degli sportelli) gli istituti di credito si sono impegnati a definire appositi finanziamenti per importi almeno pari a un multiplo dell'aumento di capitale effettivamente versato dai soci.
In campo un'impresa su due
Le imprese che al 31 ottobre hanno chiesto l'attivazione di una o più delle operazioni previste dall'Avviso sono 707, pari al 35% di quelle censite. Il 13% (261) è invece intenzionato ad attivare l'Avviso nei prossimi mesi. Nel complesso, le imprese interessate sfiorano dunque il 48 per cento. Se si entra nel dettaglio delle operazioni compiute in questi tre mesi, la sospensione è stata concessa al 43% delle pmi che ne hanno fatto richiesta mentre il tasso di rigetto si assesta intorno all'8,5 per cento. Negli altri casi le aziende sono in attesa di risposta, prevalentemente da meno di 30 giorni. Per quanto riguarda le domande bocciate, tra i motivi del rifiuto prevale la mancanza delle condizioni di ammissibilità (26% dei casi). Nel 12% dei casi la richiesta è stata respinta perché, a giudizio della banca, l'impresa non presentava adeguate prospettive economiche di continuità aziendale. Per il 4% delle domande respinte è stata invece determinante la presenza di agevolazioni pubbliche (a breve, comunque, l'Avviso dovrebbe essere esteso anche ai finanziamenti agevolati).
Mutui sospesi
Dallo screening della Confindustria emerge che l'operazione di maggiore interesse per le pmi è la sospensione dei mutui, richiesta nel 59,5% dei casi. Seguono il leasing mobiliare (15%), il leasing immobiliare (9,7%) e le anticipazioni di credito a breve (9,7%). Solo nel 5,8% dei casi le imprese hanno richiesto finanziamenti connessi alla patrimonializzazione.
Il Fondo di garanzia
Le associazioni delle imprese sperano che nel 2010 un altro passo avanti nella concessione del credito giunga dall'attivazione delle nuove regole sul Fondo di garanzia. In attesa della prova sul campo, le misure di semplificazione messe a punto dal comitato di gestione del fondo, presieduto da Claudia Bugno del ministero dello Sviluppo, hanno incassato giudizi positivi da Confindustria e dalle altre associazioni (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, dopo aver ottenuto nei mesi scorsi l'estensione del Fondo anche agli artigiani plaude ora all'ulteriore «deciso cambiamento di rotta per aumentare l'efficacia» dello strumento. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ricorda che «le pmi più di altre hanno pagato un prezzo salato per effetto della crisi» e confida «nei nuovi e più elastici criteri di ammissione al Fondo». Marco Venturi, presidente di Confesercenti, ribadisce l'importanza della «diffusione della garanzia pubblica a favore delle pmi».
«Ora vanno aggiornati i criteri di accreditamento dei Confidi come veri soggetti istruttori» incalza Ivan Malavasi, presidente Cna. Per Luigi Marino, presidente Confcooperative, «gli strumenti di garanzia sono fondamentali per le imprese del Sud». «Un buon cambio di passo per aziende che nel 2009 hanno avuto un peggioramento di bilanci» dice Paolo Galassi, presidente di Confapi.

5 Dicembre 2009
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