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Bonus automatici per gli investimenti inferiori al milione

di Carmine Fotina

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Martedí 09 Marzo 2010
Bonus automatici per gli investimenti inferiori al milione

È pronta la riforma del sistema degli aiuti alle imprese. Nella bozza del decreto è prevista la creazione di un Fondo unico per gli incentivi in cui confluirebbero tutte le risorse attualmente impiegate per la gran messe di interventi gestiti dal ministero dello Sviluppo economico. Il riordino del sistema, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2011, è previsto dalla legge sviluppo nella forma di delega al governo e punta a ridurre il numero di strumenti in circolazione.

Fondo unico
Il decreto che recepirà la delega disciplina gli interventi finalizzati a quattro obiettivi: sviluppo del territorio; promozione delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione; reindustrializzazione delle aree di crisi; innovazione e sviluppo delle piccole e medie imprese. Sono invece cinque i regimi di aiuto a disposizione: aiuti di stato a finalità regionale autorizzati dalla Ue; aiuti alle attività di ricerca e innovazione; aiuti agli investimenti delle pmi; garanzie e partecipazione al capitale di rischio; aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà. La riforma prevede la soppressione degli attuali strumenti a favore della creazione di un Fondo unico in cui iscrivere tutte le somme destinate in bilancio alle agevolazioni di competenza del ministero. Risorse che confluirebbero nell'attuale Fondo rotativo per l'innovazione ribattezzato "Fondo rotativo per la competitività e lo sviluppo". Sarà il ministero a definire ogni anno, entro il 31 gennaio, gli obiettivi per il triennio successivo a sostegno del sistema produttivo distribuendo di conseguenza le risorse del Fondo unico. L'esperienza degli aiuti alle imprese, a cominciare da quelli per il Mezzogiorno, è stata contrassegnata negli anni scorsi dall'ex legge 488, ormai in estinzione, e da un evidente eccesso di frammentazione. Basta leggere la relazione 2009 sugli incentivi che censisce 91 strumenti agevolativi a livello nazionale e 1.216 regionali (anche se non tutti operativi). Di qui l'esigenza, emersa anche dopo una serie di incontri con le parti sociali, di disboscare il sistema senza però rompere i delicati equilibri tra gli aiuti centrali e quelli erogati a livello regionale. A questo scopo la bozza del decreto prevede la creazione di una sede stabile di concertazione tra ministero dello Sviluppo e rappresentanti delle regioni.

Gli strumenti
Tra le novità principali, il decreto fisserà l'«utilizzo prioritario e generalizzato di meccanismi automatici di aiuto, con particolare riferimento a bonus fiscali e crediti d'imposta, per la promozione degli investimenti delle imprese di minore dimensione e di quelli di contenuta entità finanziaria». In pratica si va verso un doppio binario: procedura automatica nel caso di investimenti non superiori a 1 milione di euro; procedura valutativa o negoziale negli altri casi.
È molto corposo il capitolo dedicato alle procedure negoziali che andrebbero a sostituire tutti i vecchi interventi di programmazione (contratti di programma, contratti di area, patti territoriali). Con la riforma, il governo punta a contratti di sviluppo (investimenti di almeno 50 milioni); contratti di innovazione tecnologica (almeno 10 milioni); di reindustrializzazione; di competitività (con finanziamento pubblico delle opere infrastrutturali). Il decreto stabilisce poi nel dettaglio i requisiti dei soggetti beneficiari, i programmi, le spese ammissibili e le agevolazioni concedibili. C'è spazio per il Fondo centrale di garanzia, per la partecipazione pubblica a fondi di investimento di private equity che assumono partecipazioni nel capitale di rischio delle pmi, e per garanzie su finanziamenti per il salvataggio e la ristrutturazione delle pmi in difficoltà.

Procedure e controlli
La bozza fissa i tempi delle procedure: 30 giorni per la procedura automatica sia per gli accertamenti sia per l'erogazione. Quattro mesi per concedere le agevolazioni con procedura valutativa e negoziale. Si prevedono l'utilizzo della posta certificata per la trasmissione dei documenti e modalità semplificate per le domande presentate dalle pmi. I controlli sui programmi di investimento ammessi sarebbero effettuati da un nucleo speciale della Guardia di Finanza presso il ministero, mentre Ipi e Invitalia, enti in house dello Sviluppo economico, sarebbero coinvolti per la progettazione degli interventi, la predisposizione e la gestione operativa dei bandi.


Martedí 09 Marzo 2010
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