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Investimenti europei in ripresa,
ma gli operatori snobbano l'Italia

dal nostro inviato Evelina Marchesini

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17 marzo 2010
Immobiliare, investimenti europei in ripresa

CANNES - Il real estate europeo ha voltato pagina rispetto alla grave crisi che ha messo in ginocchio gli operatori del settore, ma è presto per cantare vittoria e, soprattutto, i protagonisti del mercato dovranno trovare nuovi standard con cui confrontarsi. Non solo. La maggior parte dei decision maker del settore è convinta che le migliori opportunità di investimento per il 2010 siano proprio in Europa, ma solo il 2% individua nell'Italia la meta per i propri capitali .

Al Mipim di Cannes, dove fino a venerdì si sono dati appuntamento oltre 14mila protagonisti dell'immobiliare mondiale (18mila secondo gli organizzatori, nell'ipotesi più ottimistica), si dibatte 12 ore al giorno sul futuro del real estate e sulle direzioni da prendere. Il messaggio prevalente è che la liquidità non manca, ma incerte sono le strade da percorrere.

In particolare, il messaggio chiave emerso dai partecipanti all'investment briefing di Jones Lang LaSalle è che, nonostante le economie dei mercati appartenenti all'area Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa) stiano uscendo dalla recessione, non possono ancora dirsi al sicuro e la ripresa in tutta la zona non sarà uniforme né facilmente quantificabile. Esistono svariati elementi chiave che impatteranno in maniera decisiva sull'andamento e sulla forma stessa della ripresa: tali fattori definiranno il nuovo standard per il settore.

Secondo Christian Ulbrich, Ceo di Jones Lang LaSalle per l'area Emea «è chiaramente in corso un processo di ridefinizione degli standard all'interno dei mercati real estate e sono diversi i temi chiave che siamo sicuri emergeranno nel corso del 2010. La disponibilità di finanziamenti per nuove operazioni sarà il fattore che maggiormente determinerà il prezzo quest'anno, specialmente per gli immobili secondari. Gli equity player continueranno a dominare il mercato, ma la globalizzazione comporterà un cambiamento nei protagonisti e nelle loro esigenze».

Secondo Ulbrich ci sono opportunità a breve termine nel settore pubblico e bancario e, sul fronte degli spazi a uso uffici, gli utilizzatori tradizionali saranno più selettivi e cercheranno di gestire i propri spazi in modo più opportunistico, nonostante il ventaglio di opportunità, cioè i canoni di locazione più bassi e gli incentivi migliori, sia limitato. Le migliori opportunità concrete sono degli sviluppatori dotati di finanziamenti e di abilità nella scelta della giusta location, dove iniziare a sviluppare fin da ora.

Secondo i dati di Jones Lang LaSalle si prevede un aumento del 20-30%, nel 2010, dei volumi investiti in Europa rispetto al 2009, anno in cui sono stati investiti 69,2 miliardi di euro. Nel quarto trimestre 2009, nell'area Emea, sono state conclue operazioni immobiliari non residenziali pari a 24,6 miliardi di euro, più del doppio degli 11,6 miliardi del primo trimestre 2009 e più del 50% del giro d'affari del quarto trimestre 2008.

Ma dove potrebbero dirigersi i capitali quest'anno e nel prossimo ? Un sondaggio effettuato da Cb Richard Ellis, presentato martedì pomeriggio al Mipim e condotto intervistando 270 primari operatori europei nei primi giorni di marzo, evidenzia che il 60% degli interpellati individua proprio in Europa la destinazione preferenziale dei propri investimenti, seguita dall'Asia con una quota del 20 per cento.

La successiva domanda posta agli operatori ha cercato di far luce sui paesi più avvantaggiati all'interno dell'Europa e il 31% ha individuato il Regno Unito, sia in quanto qui i ribassi sono stati consistenti, sia perché premiante in termini di trasparenza e liquidità del mercato immobiliare. Pari merito con il 18% di preferenze seguono la Germania e la Francia, il 7% ha indicato la Spagna, il 4% i paesi nordici e solamente il 2% l'Italia. Relativamente al nostro paese sembrano pesare sia gli scarsi ribassi nonostante il periodo di crisi, sia la scarsa offerta di prodotti di qualità, lacuna questa che dovrebbe essere in parte colmata , per Milano, con i nuovi sviluppi in corso.

Poche novità invece sul fronte dei settori da privilegiare, dove continuano a prevalere gli uffici, seguiti dai centri commerciali e i negozi . Fanalino di coda il settore degli hotel e dei complessi turistici, che raccoglie solo il 2% delle preferenze dei grandi investitori immobiliari. Insomma, grande prudenza governerà le scelte di investimento nel real estate per almeno il prossimo anno, anche perchè in cima alla lista dei timori svetta la preoccupazione di una doppia recessione (secondo il 32% degli intervistati), dove il miglioramento attuale potrebbe rappresentare solo una pausa in mezzo alla tempesta.

17 marzo 2010
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