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Dopo la revisione / Pesa l'effetto dei nuovi coefficienti di calcolo

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29 marzo 2010

Da qui al 2060 il tasso di sostituzione del sistema pensionistico obbligatorio subirà una flessione tra il 25 e il 30 punti percentuali, a seconda della tipologia di lavoratore. È solo colpa del nuovo meccanismo di calcolo delle pensioni, basato sui contributi effettivamente versati durante l'intera vita lavorativa? Non esattamente. Certo, il sistema contributivo si fa sentire quando è il momento di stabilire il quantum dell'assegno. Ma va detto che la reale responsabilità di questo risultato è da attribuire ai coefficienti di trasformazione delle pensioni che – così prevede la legge – dovranno essere rivisti e aggiornati ogni tre anni.

Il coefficiente di trasformazione è il valore per il quale devono essere moltiplicati tutti i contributi versati e rivalutati (montante) dal lavoratore durante l'intera vita lavorativa, al fine di determinare l'importo della pensione annua. L'aggiornamento deve essere effettuato principalmente per tenere conto delle dinamiche macroeconomiche, demografiche e migratorie. Ad esempio, se la durata media della vita aumenta, i coefficienti dovranno essere ridimensionati perché la pensione verrà corrisposta all'ex lavoratore per un numero maggiore di annualità.
A conti fatti, secondo l'analisi della Ragioneria sulle tendenze del sistema pensionistico, la forte riduzione del tasso di sostituzione tra il 2010 e il 2060 è imputabile per ben cinque sesti (oltre l'80%) alla revisione triennale dei coefficienti, aggiornati per la prima volta proprio a decorrere da quest'anno. In particolare, per un lavoratore dipendente, con 63 anni di età e 35 anni di contribuzione al momento pensionamento, nel 2060, la revisione triennale ridurrà il tasso di sostituzione di circa 15 punti percentuali, portando la quota di sostituzione dal 65,9% a poco più del 50% della sua ultima retribuzione. Per un lavoratore autonomo con le stesse caratteristiche, la riduzione è di circa 10 punti percentuali (dal 50 al 40% dell'ultimo reddito percepito).

29 marzo 2010
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