Dalle stime preliminari del Pil per il 1° trimestre 2010, l'Italia emerge come il miglior performer dell'area Euro, e questo rappresenta in ogni caso un fatto assai significativo
Un raggio di sole prima del ritorno di nuovi rovesci? Oppure il sereno che torna davvero? I dati usciti oggi non sono di facile interpretazione. Cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi mesi?
La percezione che si ricava dal mondo delle aziende è che la primavera stia portando con sé una sostanziale tenuta delle dinamiche di ripresa emerse dal principio dell'anno. A giocare un ruolo chiave paiono soprattutto le esportazioni: verso le economie mature (con gli Usa che danno segnali di risveglio) ma soprattutto verso quelle di recente industrializzazione (Cina in testa). E, a spingere aria nelle vele dell'export italiano, non è solo la domanda estera, ma anche il deprezzamento dell'euro, che si riflette anche in un miglioramento immediato dei risultati delle aziende più esposte ai mercati internazionali. E' vero, l'elasticità delle esportazioni italiane al cambio è oggi decisamente più contenuta rispetto agli anni precedenti alla "svolta della qualità" di inizio secolo. Ma un euro più basso di circa il 15% rispetto al dollaro, un impatto favorevole lo avrà senza dubbio, come tanti imprenditori già segnalano.
La crisi finanziaria di primavera, non ancora finita, con la discesa dell'euro sta fornendo benzina alle economie europee, e soprattutto a quelle più esposte all'export, come l'Italia.
Se il 2° trimestre dovesse confermare la dinamica positiva del 1°, anche con un'intensità minore, allora la possibilità di conseguire un tasso di crescita superiore allo 0,8% attualmente previsto dall'FMI e dall'Unione Europea, diventerebbe assai concreta. Con un risultato superiore all'1% decisamente alla portata.
(Lorenzo Stanca è presidente del Gruppo Economisti di Impresa e managing partner Mandarin Capital Partners)