RIMINI - È arrivata prima delle undici, alle battute iniziali del congresso. In tempo per vedere i video proiettati sui maxi schermi: le canzoni dell'occupazione in Campidoglio per il diritto alla casa, le interviste sul lavoro che manca, sui salari che non bastano, sui contratti. È proprio qui, sulla riforma dei contratti, che nelle aspettative della vigilia il congresso della Cgil, l'ultimo di Guglielmo Epifani, avrebbe dovuto segnare un cambio di passo.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, è seduta in prima fila ad ascoltare. Una presenza che segna una novità nella consuetudine dei rapporti tra Confindustria e Cgil. «Vogliamo uscire dall'angolo», ha detto Epifani. Una disponibilità che la Marcegaglia non ha mancato di cogliere: «Non abbiamo mai chiuso la porta alla Cgil, abbiamo sempre detto che siamo pronti a capire quali sono le condizioni per ritrovare l'unitarietà».
Ma contemporaneamente ha anche messo dei paletti: «Se si tratta di qualche piccolo cambiamento, siamo disponibili». Di più, no: «Non ci potranno essere stravolgimenti». E la Marcegaglia, che era seduta accanto al vice presidente per i rapporti sindacali, Alberto Bombassei, lo ha spiegato con chiarezza: «Abbiamo firmato un accordo e sono stati rinnovati i contratti. Anche con la firma della Cgil».
Ben venga, quindi, la volontà della Cgil di «torna a fare il proprio mestiere, cioè contrattare». La relazione del segretario generale non ha dato spunti, però, per capire come questo riavvicinamento si potrà concretizzare. E se da una parte c'è sintonia quando Epifani, citando anche il convegno di Parma di Confindustria, ha chiesto al governo di fare di più, con incentivi alle imprese per ricerca e innovazione, un calo delle tasse sulle imprese e lavoratori, più soldi per le infrastrutture, non mancano altri punti di dissenso, sull'andamento delle retribuzioni, sull'attenzione al debito pubblico, sullo sblocco del turn over nel pubblico impiego.
Non solo: per Epifani in questi anni c'è stata una riduzione dei diritti dei lavoratori. «È una riflessione che non condivido. I dati dimostrano che i salari degli italiani stanno crescendo più di quelli europei», ha commentato la presidente di Confindustria. La relazione non parlai della realtà dei paesi emergenti, del contesto internazionale. «Noi abbiamo un grande problema di produttività. Manca nella relazione di Epifani un riferimento ad un necessario cambiamento sulla competitività: non si può prescindere dal fatto che i nostri competitori sono India, Cina, Brasile. Lo scenario che abbiamo davanti richiede anche da parte della Cgil un cambiamento del metodo di lavoro».
E poi la questione del debito pubblico, incandescente in questi giorni in cui le borse crollano per i timori sulla Grecia, Spagna e Portogallo. L'Italia, per la Marcegaglia, non è a rischio crack. «La Grecia vive una situazione drammatica, non c'è scelta ai sacrifici. E anche noi dobbiamo tenere presente il problema del rigore».
Motivo in più per sottolineare una «carenza di analisi» sulla questione del debito nella relazione di Epifani: «Mi sarei aspettata un discorso più attento al debito pubblico e alla spesa corrente». Bocciatura, poi, per la proposta Cgil di creare 400mila posti di lavoro sbloccando il turn over nella pubblica amministrazione: «non la condividiamo».
Le distanze quindi restano, nonostante alcuni «punti condivisibili» e la cordialità dei gesti: un bacio tra la Marcegaglia ed Epifani all'arrivo, l'attenzione del segretario generale di dedicarle alcuni momenti alla fine, insieme a Bombassei. Nel saluto iniziale agli ospiti, al nome "Marcegaglia" alcuni delegati hanno applaudito: pochi i fischi dalle gradinate, a differenza di altre forti contestazioni (e comunque in serata Epifani ha telefonato a tutti per scusarsi personalmente). «Non è il momento dei conflitti, ma di mantenere salda la coesione sociale», ha detto la Marcegaglia, esprimendo la sua solidarietà al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per le parole violente che gli sono state rivolte sul blog del Corriere.it.
E sulla possibilità di diventare ministro dello Sviluppo, la Marcegaglia ha tagliato corto: «Ipotesi che non esiste assolutamente perchè faccio il presidente di Confindustria e sono contenta di questo». L'interim di Berlusconi, ha aggiunto, evita vuoti: «Auspichiamo che, se si indicherà una persona, sia competente e conosca i problema della competitivtà delle imprese».