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Roma punta a un turismo
nuovo, dal golf ai parchi a tema

di Laura Squillaci

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6 aprile 2010


C'è la Nuvola di Fuksas all'Eur o il Water front di Ostia, il parco a tema "Cinecittà world" o la pista di Formula 1. Sono solo alcuni dei 23 progetti messi in campo dal Comune di Roma per dar vita al secondo polo turistico della Capitale.

Il restyling, presentato oggi all'Università Luiss nell'ambito del convegno "Roma si apre ad un nuovo sistema di offerta turistica", punta a superare un concetto di turismo finora basato sul paradigma Roma uguale beni storici, artistici e archeologici. E punta invece a un turismo pluridimensionale. «Dal 2012 inaugureremo una serie di turismi: golfista, diportista, crocerista, convegnistico, fieristico e dei parchi a tema. Il termine turismo deve essere spiegato al plurale», ha spiegato il vice sindaco di Roma Mauro Cutrufo.

Il secondo polo si estenderà su un quadrante di 27 mila ettari che partirà dall'Eur per toccare Ostia, Civitavecchia, Fiumicino, l'Appia antica e l'Aurelia. L'investimento previsto è di 7 miliardi di euro provenienti prevalentemente da capitali privati per realizzare ventitre iniziative che riguardano cinque tipologie di turismo: congressuale convegnistico e fieristico, golfistico, quello dei parchi a tema, dei parchi verdi fino a quello portuale turistico croceristico. Tutti progetti che, spiegano dal Comune, saranno realizzati da qui alle Olimpiadi del 2020. E che porteranno a un aumento dell'occupazione. Secondo prime stime del professor Armando Peres dell'Università Iulm di Milano queste iniziative, a regime, creeranno infatti circa 100 mila posti di lavoro.

L'idea di un turismo multifaccia ha avuto anche il sì del Governo. «Poteva sembrare presuntuoso progettare un secondo polo turistico – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta - ma l'attrazione dell'offerta turistica tradizionale è diminuita nel tempo, l'Italia ha perso posizioni nelle classifiche internazionali. Dunque, nonostante il nostro patrimonio storico-artistico-archeologico dobbiamo chiederci se questo basta, se il turismo culturale non sia d'elite e se, per attrarre i grandi flussi di visitatori, non siano necessarie misure alternative che rispondano a diverse esigenze». Ecco perché l'idea di un secondo polo più moderno che guarda al turismo sportivo, congressuale, ambientalista è da premiare. Perché, ha concluso Letta, «sono tutti aspetti che non possono essere trascurati se si vogliono attirare le carovane di visitatori che alimentano i grandi numeri del turismo».

6 aprile 2010
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