Francesca Milano
Serena Riselli
Partenza complicata per gli incentivi ai consumi, soprattutto a causa del call center gestito dalle Poste, in tilt per gran parte della giornata. Ma anche primi positivi segnali di risveglio delle vendite. È il bilancio provvisorio raccolto sul campo dal Sole-24 Ore, in otto città. Per il ministero dello Sviluppo si tratta di disagi comprensibili, legati all'«altissimo numero di telefonate»: 100.000 contatti, prenotati 24mila incentivi, per un totale di 21,5 milioni.
Lunghe attese a Milano. «Ho tenuto bloccato un cliente qui in negozio per un'ora e mezza – racconta Marco Cucchi, del punto vendita Euronics di corso Buenos Aires – in attesa di riuscire a comunicare i suoi dati agli operatori telefonici». Da Trony in via De Marchi l'addetto alla vendita non è riuscito a mettersi in attesa perché la linea risultava sempre occupata. Difficoltà segnalate anche da Danilo Bianchi, responsabile di AB Arredamenti. Dopo quattro ore di tentativi ce l'ha fatta Massimo Reggio D'Aci, socio di Cilindrika Snc. «Sono riuscito a dare al call center i dati di cinque nuovi acquirenti. L'operatore mi ha comunicato il numero di prenotazione che potrò utilizzare dal 17 maggio per confermare la richiesta attraverso il sito». Nessuna complicazione al negozio Expert di piazza della Trivulziana.
Copione non molto diverso a Roma. «Si va un po' a rilento a causa dell'alto numero di richieste che intasano il call center» spiega Marco Orlandi, capo relazioni esterne di Mediamarket (Mediaworld e Saturn). Stesso problema, ma nessun boom di vendite per Roberto Ferrera, d.g. del gruppo Nova, che gestisce i centri Euronics a Roma: «Non abbiamo registrato un'affluenza particolare. Probabilmente la maggior parte delle persone interessate verrà nel week end». Grande successo, invece, per il settore delle due ruote. «Molti clienti ci hanno chiesto informazioni e preventivi. Molto più che nei giorni scorsi», fanno sapere dal centro "Motocomio" a via dei Gelsi. Situazione del tutto diversa nei centri di telefonia: «Solo un paio di persone sono venute per gli incentivi sulle chiavette web» spiegano al negozio Il Telefonino della stazione Termini.
Centro-nord
«L'interesse maggiore è per cucine ed elettrodomestici – sottolinea Maria Luisa Coppa, Ascom Torino –. Riscontriamo però alcune difficoltà, soprattutto per le imprese più piccole, nel seguire il processo di certificazione dei beni da rottamare. Inoltre ci sono perplessità sui tempi di rimborso». Difficoltà ribadite dall'esclusivista per il capoluogo piemontese di un noto marchio di cucine: «Aver legato l'incentivo alla rottamazione poi è un limite: da noi nove clienti su dieci non devono dismettere vecchi arredamenti o vecchi elettrodomestici». Scenario differente nella grande distribuzione. «L'effetto incentivi si è fatto sentire - rileva John Hatch, ad di Darty Italia -. L'interesse è forte nel reparto elettrodomestici. Noi garantiamo ai clienti lo sconto del 20% direttamente in cassa, senza dover aspettare la risposta dello Stato. Assumiamo così il rischio di non rientrare nel budget previsto e di dover sostenere un costo».
Primo giorno positivo a Padova. Gli acquisti hanno premiato gli elettrodomestici più dei ciclomotori, la richiesta di attivazione di chiavette internet con lo sconto è andata meglio nei negozi del centro rispetto agli altri, ma nel complesso i consumatori hanno dimostrato di gradire rivelandosi più informati, a volte, degli stessi negozianti. Non è un caso. «Negli ultimi dieci giorni – spiega Mara Bedin, presidente di Federconsumatori Padova – abbiamo registrato una sensibile richiesta di chiarimenti sulla normativa». Da Trony sono andate bene soprattutto lavastoviglie, piani cottura e forni. Nessun boom, invece, per i ciclomotori dove l'incentivo del 10% non ha convinto più di tanto chi dovrebbe comunque sborsare cifre tra 1.800 e 3mila euro per un "due ruote".
L'effetto incentivi si è fatto sentire a Bologna. «Abbiamo fatto 30-35 vendite, quando in un giorno normale ne facciamo la metà», dice Marco Passarino, responsabile del punto vendita di via Michelino di Comet, gruppo specializzato in elettrodomestici ed elettronica di consumo. Dice Gabriele Gnudi, responsabile della concessionaria Mvm holding, rivenditore di moto e scooter: «È dalle 8.30 però che sto combattendo con il call center. E ora che è tardo pomeriggio ho ancora delle richieste inevase. Rimango in attesa per molti minuti e poi mi dicono di ritelefonare». «Se devo dire la verità mi aspettavo qualche visita in più», dice dal canto suo Giulio Regazzi, responsabile punto vendita di Calderara di Reno del gruppo Zuenelli (mobili e cucine). «I problemi con i call center sono stati enormi. Mi ci sono volute tre ore per sbrigare due pratiche. I clienti sono andati via sbuffando perché non potevano aspettare. Dovrò richiamarli per perfezionare l'acquisto».
Trend positivo a Firenze in base ad una indagine conoscitiva della Fismed Confesercenti (il 70% della clientela è interessata esclusivamente al meccanismo incentivi, soprattutto per quanto concerne forni, piani cottura, lavastoviglie). Si è registrato un certo caos organizzativo, dovuto soprattutto alla cattiva gestione del call center (attese medie di oltre 60-70 minuti per il rivenditore). Non vi è stata, nei giorni scorsi, una completa informazione sui prodotti oggetto degli incentivi, con il risultato che molti clienti (per esempio interessati a televisioni e frigoriferi, prodotti non incentivati) sono stati adeguatamente informati solo dal rivenditore, una volta varcata la soglia d'ingresso del negozio.
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