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Il tetto agli alunni stranieri senza efficacia normativa

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Venerdí 16 Aprile 2010

La circolare-Gelmini che fissa il tetto del 30% agli alunni stranieri nelle classi (la 2/2010) «non ha un'efficacia normativa generale ed esterna, e non può essere considerata un atto regolamentare». Cioè, in pratica, non vieta tout court alle scuole di formare classi con più stranieri, perché un tetto rigido potrebbe essere fissato solo per legge.
A dirlo è l'Avvocatura dello stato, in una memoria depositata al tribunale di Milano nell'ambito di un processo avviato dalla denuncia di due madri straniere assistite dall'associazione di Studi giuridici sull'immigrazione e dalla onlus Avvocati per niente (a Roma è in corso un procedimento analogo, però al Tar, promosso da un'altra associazione non profit, Progetto diritti). Il parere con cui l'Avvocatura depotenzia gli effetti della circolare serve per contestare l'interesse ad agire da parte delle famiglie.
Se la circolare è un documento interno che non impatta direttamente sull'utenza, è la riflessione, viene a mancare la base giuridica per avviare l'azione legale.
Rispetto alla lettera del provvedimento, che al suo apparire a inizio gennaio aveva acceso le polemiche, l'interpretazione degli avvocati di stato segna un cambio di passo, ma non basta. «Tutto dipende da come l'amministrazione decide di applicare queste indicazioni – spiega Alberto Guariso, che insieme a Livio Neri assiste le due donne –, e da quali sono le procedure per derogare al tetto». Il punto cruciale è il peso da assegnare al controllo di ministero e uffici scolastici regionali e provinciali: se le scuole possono accogliere senza problemi anche gli alunni che porterebbero a sforare il tetto, il problema cadrebbe (ma nei fatti risulterebbe superata la stessa circolare del ministero); se invece gli istituti dovranno comunque attendere il via libera dell'amministrazione per formare classi con più stranieri, gli effetti diretti sull'utenza non verrebbero meno, e con loro la legittimazione ad agire da parte delle famiglie.
La risposta decisiva nel procedimento milanese è in calendario per l'11 maggio, quando il direttore dell'ufficio scolastico regionale per la Lombardia, Giuseppe Colosio, dovrebbe illustrare al tribunale le vie per applicare le indicazioni ministeriali. Ma le sue parole saranno ascoltate anche fuori dai confini lombardi; evidentemente Colosio andrà a riferire gli esiti di un confronto con il ministero, e fornirà la «lettura autentica» di Viale Trastevere al nodo degli alunni stranieri.
G.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Venerdí 16 Aprile 2010
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