Daniela Roveda
LOS ANGELES
È stata ieri una giornata trionfale per i gay americani. Il presidente Barack Obama ha ordinato agli ospedali del paese di estendere ai partner omosessuali tutti i diritti di cui godono i coniugi, dagli orari delle visite alle decisioni sui trattamenti medici dei pazienti. «Questo è esattamente quanto la comunità gay sperava che Obama facesse quando è stato eletto», ha detto ieri Richard Socarides, consigliere del presidente sui diritti degli omosessuali.
La risposta dei gruppi conservatori non si è fatta aspettare. «Questo memorandum mette a repentaglio la definizione stessa di matrimonio», ha detto ieri Peter Sprigg a nome dell'organizzazione Family Research Group. Ma su questo tema Obama ha preferito agire di propria iniziativa, scavalcando a pie' pari il Parlamento per non dar voce all'opposizione, proprio come George Bush aveva fatto nel 2006 con il divieto di usare fondi pubblici per la ricerca sulle cellule staminali embrionali (quel divieto è stato abrogato sempre da Obama con un contro-mandato presidenziale nel 2009).
Il mandato presidenziale di ieri vieta invece a tutti gli ospedali con pazienti assicurati con la mutua per i poveri e gli anziani Medicare e Medicaid (quasi il 100% degli ospedali americani) di discriminare i gay, pena la sospensione di tutti i pagamenti.
Obama sta diventando quindi il primo vero presidente pro-gay della storia. In poco più di un anno ha incoraggiato il passaggio della nuova legge che estende la definizione di hate crimes ai reati motivati da orientamento sessuale o disabilità; ha ufficialmente celebrato il primo Gay Pride Day alla Casa Bianca; e sta spingendo il Parlamento a metter fine alla discriminazione contro i gay nell'esercito, abrogando la regola "don't ask don't tell" che consente agli omosessuali di arruolarsi aolo a patto che non rivelino il loro orientamento sessuale, una criticata politica varata da Bill Clinton nel 1993.
La decisione di emettere l'ultimo mandato è stata ispirata da un servizio del New York Times pubblicato l'anno scorso sul commovente caso di Janice Langbehn e Lisa Pond, insieme da 18 anni e madri adottive di quattro figli. Quando Lisa finì in un ospedale della Florida in fin di vita per un aneurisma cerebrale, lo staff proibì a Janice e ai bambini di farle visita, anche se Janice aveva una procura che l'autorizzava a prendere tutte le decisioni mediche in sua vece. Lisa morì sola nel giro di poche ore.
«Ogni giorno, in tutta l'America, ci sono malati a cui è vietato ricevere le cure e le premure dei propri cari», ha detto Obama. La regola istituita ieri si applica non solo ai partner omosessuali ma anche ad amici e compagni di vedovi o single.
Benché considerata «un importante passo nella giusta direzione», l'iniziativa di Obama non ha soddisfatto interamente la comunità gay americana, che spinge per la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Obama ha esteso a livello nazionale diritti ormai riconosciuti da anni da numerosi stati americani, con in testa la California, e non ha quindi istituito nulla di particolarmente nuovo o insolito. I diritti relativi alle visite in ospedale sono inoltre automatici per i coniugi, dicono, e lo sarebbero per i gay se fossero liberi di sposarsi legalmente; sono ormai cinque (Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont, New Hampshire e District of Columbia) gli stati che hanno legalizzato il matrimonio gay. A livello nazionale i partner gay continuano a non godere di altri diritti tutelati dalla legge, per esempio il diritto di redigere una dichiarazione dei redditi congiunta o di ricevere la pensione di un partner deceduto.
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