Isabella Bufacchi
ROMA. Dal nostro inviato
L'Italia è pronta ad avviare in qualsiasi momento il percorso normativo-legislativo che consentirà al Tesoro di erogare un prestito alla Grecia entro i primi quindici giorni di maggio, mese in cui il governo di Papandreou potrebbe decidere di richiedere formalmente ai paesi dell'Eurozona e al Fondo monetario internazionale una prima tranche di aiuti: si stima attorno a dieci miliardi, di cui almeno tre e subito dal Fondo monetario internazionale. Un decreto-legge del ministero dell'Economia che stabilisce con quali modalità il Tesoro può erogare in tempo reale il finanziamento alla Grecia - per una cifra che potrebbe assestarsi attorno a un miliardo o poco più - è pronto salvo ritocchi dell'ultima ora che non possono essere esclusi per una procedura che non ha precedenti.
La liquidità necessaria per prestare denaro alla Grecia sarà messa a disposizione del Tesoro con un meccanismo inedito che prevede «ampi margini di flessibilità» per evitare di modificare il calendario delle aste dei titoli di stato, che infatti resta intoccato. La Cassa depositi e prestiti non entrerà in gioco perché il prestito deve essere fatto direttamente dallo stato mentre la Cdp, fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, agisce come privato anche se con finalità di «interesse generale pubblico».
Il decreto è tecnicamente pronto: dovrà essere approvato in consiglio dei ministri per poi ottenere il disco verde del presidente della Repubblica. Ma l'Italia non prenderà iniziative solitarie perché non è favorevole ad azioni unilaterali e indipendenti. Come ha più volte messo in chiaro il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, l'Italia entra in azioni coordinate e orchestrate dai 16 stati membri dell'unione monetaria, tutti assieme.
La prossima settimana è prevista una nuova riunione dell'unità operativa speciale che nell'Eurozona si sta occupando degli aspetti tecnici dell'eventuale prestito europeo alla Grecia. Questa task force, formata da 16 delegazioni di esperti, si è già riunita più volte e tornerà a incontrarsi in futuro con scadenza almeno settimanale per stabilire gli aspetti tecnici del sostegno alla Grecia (tasso d'interesse, trasferimento dei fondi, durata, tipo di contratto). Nella riunione della prossima settimana, gli stati aderenti all'iniziativa di sostegno alla Grecia faranno il punto della situazione: alcuni paesi come l'Italia, forse anche Francia e Spagna, metteranno agli atti che i decreti-legge che avviano la procedura legislativa a livello nazionale sono pronti. Secondo fonti bene informate la Francia avrebbe già fatto i suoi conti: il fabbisogno va meglio del previsto e potrebbe non esserci bisogno di ricorrere alle emissioni di OaT sul mercato per raccogliere i fondi da destinare alla Grecia.
I conti li stanno facendo tutti gli stati coinvolti nel prestito alla Grecia, Atene e soprattutto i mercati. In una conferenza stampa ai margini dell'Ecofin di Madrid, George Papaconstantinou, ministro delle Finanze greco, ha confermato ieri che i fondi necessari per onorare i prestiti e le cedole in scadenza in aprile si trovano già nelle casse dello stato greco. L'incertezza riguarda maggio, mese in cui scadono tra i giorni 18 e 19 pagamenti di cedole e rimborsi di bond attorno ai dieci miliardi.
La prossima settimana Atene sonderà il terreno per una o più emissioni in dollari Usa e martedì terrà un'asta di T-bill a tre mesi. Se il costo della raccolta sul mercato continuerà a essere superiore al tasso del 4,5-5% richiesto dall'Fmi e dagli stati dell'Eurogruppo, la Grecia potrebbe decidere di inoltrare una richiesta ufficiale per i prestiti triennali dell'Eurogruppo e del Fondo. Nelle prossime settimane, tuttavia, una serie di eventi potrebbe indurre il mercato ad abbassare il premio al rischio, lo spread tra il 4,5% e il 6%, preteso per ora sui rendimenti dei titoli di stato greci rispetto ai tedeschi. L'agenda è fitta di appuntamenti. L'operazione di verifica dell'Fmi e degli stati dell'Eurozona che prende il via domani ad Atene durerà due settimane. Agli inizi di maggio, l'Europa, il Fondo e la Bce decideranno se la Grecia sta rispettando il piano di risanamento dei conti pubblici, precondizione fondamentale per avere accesso agli aiuti da 45 miliardi. Nel frattempo, nelle prossime tre settimane i principali stati partecipanti alla prima tranche di prestito alla Grecia (Germania, Francia, Italia e Spagna) dovrebbero varare i decreti-legge di avvio delle procedure legislative: il governo Merkel non ha ancora deciso come conciliare il decreto con le elezioni del 9 maggio. Alla fine di questo percorso, per quanto tortuoso, il mercato potrebbe decidere di rivalutare il rischio-Grecia alla luce delle conferme dell'operazione-salvataggio Europa-Fmi: il tetto massimo del costo di raccolta sul mercato dello stato greco potrebbe riassestarsi attorno al 5% evitando l'erogazione dei prestiti di stati e Fmi.
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