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A Wootton Bassett la strada degli eroi

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Domenica 18 Aprile 2010

Leonardo Maisano
WOOTTON BASSETT. Dal nostro inviato
La campana rintocca a morto e gli attori prendono posto. Cala il silenzio sulla High street di Wootton Bassett, la strada si svuota dal traffico e sui due marciapiedi s'allinea un'Inghilterra da libro dei ricordi. Alle spalle di tutti, i motociclisti della British Legion, tatuaggi, code di cavallo e superbike, veterani di guerra che sembrano usciti dalle sequenze di Easy Rider. Più avanti i reduci di vecchie battaglie, dalla Libia alla Normandia, da Port Said a Cipro. Giacche cravatte e medaglie sul petto. In prima fila le associazioni combattenti che al rintocco alzano le bandiere. Fra le linee il mondo di tutti giorni, facce pallide di bambini lentigginosi, addomi dilatati dalle birre di uomini costretti in camicie bianche, volti sorridenti di donne ondeggianti su tacchi lucidi di vernice.
C'è il sole a Wootton Bassett e anche la morte ha un sapore più dolce. Sarà per quell'aria da britannico amarcord che suscita mister Charles Bennett, candidato dell'Ukip, il partito antieuropeista britannico, bombetta sopra a un volto che ricorda l'attore John Cleese. «Sono sempre io, ci siamo parlati poco fa. Mi sono cambiato...». Via il tweed da gentleman farmer con il quale si aggirava a far proseliti in vista del voto, via il berretto sportivo, via la coccarda del partito. L'abito è nero, oggi, a Wootton Bassett. Per la politica che accalora il Regno in questi giorni di campagna pre elettorale, la strada è "no go area". Le polemiche sulla guerra in Afghanistan che dividono laburisti e conservatori e spaccano il paese fra interventisti (sempre meno) e "pacifisti", restano oltre i confini di questo villaggio del Wiltshire.
Per il tempo, almeno, di spendere un tributo ai caduti, per il tempo, cioè, di rendere omaggio ai valori di una nazione. Non è una parata, né un inno al militarismo. «Questa gente non è favorevole o contraria alla guerra. Ognuno la pensa come crede sull'Afghanistan o sull'Iraq, su Brown o Cameron. Quello che si rinnova è l'antico patto fra società ed esercito. Voi combattete per ordine del nostro governo, noi rendiamo omaggio al vostro sacrificio, al vostro onore, alle vostre famiglie»: il sindaco Steve Bucknell, parla così e indica chi, sul marciapiede di Wootton Bassett, oggi ha un posto d'onore. Le madri, i padri, le sorelle, i fratelli di private Michael Sweeney, 19 anni, e del fuciliere Mark Turner, 22 anni, caduti in Afghanistan l'1 e il 5 aprile.
Al primo rintocco è il silenzio, al secondo i negozi hanno già chiuso le serrande e anche l'avvocato Bivers s'è messo sull'attenti alla finestra dell'ufficio affacciato sulla High street. E guarda giù. Tre moto della polizia, poi un'auto, infine i due carri funebri lucidi, neri. Arrivano e si fermano. Gli stendardi delle associazioni combattenti si abbassano fino a terra, il silenzio è infranto solo dalle campane e da un pianto sommesso. Un minuto più tardi è tutto finito. Le auto ripartono, le bandiere s'alzano, i negozi riaprono, le moto s'accendono e l'avvocato Bivers torna alle sue carte.
Non è un'antica tradizione della patriottica Inghilterra, è rito contemporaneo nato tre anni fa, quando i lavori di manutenzione alla base Raf di Brize Norton costrinsero il ministero della Difesa a rimpatriare i caduti alla base di Lynham, dove sono accolti dalle famiglie per essere poi trasportati al John Redcliffe hospital in Oxfordshire. Per arrivarci devono passare da Wootton Bassett. «Cominciò per caso nel 2007 - spiega Big Steve, un pezzo d'uomo che nei ranghi della Raf è stato in mezzo mondo e ora si regge su un bastone che non gli impedisce di cavalcare una Triumph e coordinare la sezione Riders della British Legion - ma durerà ancora per poco: nel 2011 i lavori saranno finiti e tutto questo non ci sarà più».
Tutto questo è sbocciato davvero per caso, per il gesto spontaneo di un ex sindaco, Percy Miles, che chiacchierava con qualche amico quando passò il primo carro funebre con la salma di un soldato avvolta nell'Union Jack. «Fece un segno di tributo, un omaggio spontaneo - ricorda Anne Bevis, attivista della British Legion - a quel caduto. Da allora decidemmo di salutare sempre i nostri ragazzi che passano da qui. Da Lynham ci avvertono quando atterrano le salme. La campana della chiesa batte a morto quando il carro è in paese».
Wotton Bassett è in quegli istanti l'unica scheggia del Regno di Elisabetta dove la partigianeria politica di un'affannata campagna elettorale non trova posto. «David Cameron - dice James Gray deputato conservatore del collegio di Wootton - mi aveva chiesto di poter partecipare. L'ho sconsigliato». Lo stesso vale per Gordon Brown e per Nick Clegg. Non li vuole nessuno e loro stessi evitano di sfruttare il rigurgito di propaganda che potrebbero rosicchiare da una foto, da un'immagine tv.
L'impegno dei militari in Iraq e in Afghanistan è tema caldo per gli elettori. Tema controverso, in punta di semplici interrogativi. Troppi morti? E morti perché? Per impedire davvero che dalle splendide valli dell'Asia centrale partano legioni di terroristi pronti a piazzare bombe a Trafalgar Square e dintorni? Non ci crede più nessuno in Gran Bretagna.
  CONTINUA ...»

Domenica 18 Aprile 2010
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